Marchesi Raffaele

Professioni: Sacerdote
Ambiti di produzione: Educazione e istruzione popolare
Luoghi di attività: Umbria

Raffaele Marchesi nacque a Pian di Carpine, l'odierna Magione (Perugia), il 25 febbraio 1810. Dopo gli studi compiuti presso il seminario di Perugia e aver ricevuto nel 1833 l'ordinazione sacerdotale, insegnò Retorica nello stesso seminario, dando vita a una riforma dell'insegnamento delle discipline letterarie volta a favorire il confronto tra le moderne correnti del pensiero letterario e la tradizionale istruzione ecclesiastica.

Nel 1839, a causa di tali aperture, venne allontanato dall'insegnamento. Iniziò nel frattempo una collaborazione con il «Giornale scientifico letterario di Perugia», intrattenendo rapporti con vari intellettuali coevi, tra cui Pietro Giordani e gli ambienti del movimento pedagogico toscano animato da Raffaello Lambruschini.

Nel 1842 ottenne la cattedra di Umane lettere nel locale ginnasio, proponendosi di realizzare quanto non gli era riuscito in seminario. Di questo progetto si ha traccia nel Discorso letto al termine dell'anno scolastico 1844-1845. In esso emerge una critica ai programmi di studio, giudicati troppo pedanti e poco finalizzati a educare al ragionamento critico e all'approfondimento personale.

Il M. fu uno degli ispiratori della nascita a Perugia, nel 1846, delle scuole notturne per giovani artigiani e operai, delle quali stese il regolamento. Al contempo auspicò un analogo moto di iniziative in favore dell'educazione dei contadini con un appello diretto ai parroci, Della necessità di promuovere l'istruzione del popolo massime nelle campagne.

Condivise la politica riformista di Pio IX e la guerra contro l'Austria, tanto da partire come cappellano del gruppo di volontari perugini. Non mancò di manifestare il suo spirito patriottico, aderendo al Circolo popolare prima e appoggiando la Repubblica Romana poi. In questo periodo, entrò a far parte della Commissione d'istruzione popolare, che nel gennaio 1849 approvò l'iniziativa delle scuole festive per il popolo. Con la restaurazione del governo pontificio scontò severamente le simpatie liberali: fu sospeso dall'insegnamento e destituito dall'incarico di bibliotecario dell'università.

Fu riabilitato nel 1854 quando venne deputato per le scuole pubbliche di Magione; nel 1859 – con l'appoggio e la garanzia del vescovo mons. Gioacchino Pecci – chiese ed ottenne la cattedra di Eloquenza sublime nell'università di Perugia. In seguito adottò un atteggiamento politico defilato: non partecipò alla votazione del plebiscito, né condivise contro il potere temporale le posizioni abbracciate da altri preti perugini.

Dopo l'Unità insegnò Lettere nel locale ginnasio, divenne membro del consiglio direttivo della scuola normale femminile e direttore delle scuole serali. Pubblicò nel 1861 il Regolamento per le scuole notturne in Perugia. Curò l'edizione di alcuni classici latini e fu autore di un'antologia latina per le scuole. Il M. morì a Perugia l'8 luglio 1871.

[Luca Montecchi]

Fonti e bibliografia: DBI, vol. LXIX, pp. 608-609.

M. Lupi, Il clero a Perugia durante l'episcopato di Gioacchino Pecci (1846-1878) tra Stato pontificio e Stato unitario, Roma, Herder editrice e libreria, 1998, ad indicem; Id., La cultura ecclesiastica a Perugia nell'Ottocento, in L. Polverini (ed.), Erudizione e antiquaria a Perugia nell'Ottocento, Napoli, Esi, 1998, pp. 291-300.