Macchi Mauro

Professioni: Uomo politico, scrittore
Ambiti di produzione: Educazione e istruzione popolare, letteratura italiana, massoneria, politica scolastica, storia
Luoghi di attività: Lombardia, Piemonte, Liguria, Svizzera

Mauro Macchi nacque a Milano il 1° luglio 1818 da una famiglia di umili origini. Compì i primi studi in seminario e poi nelle scuole pubbliche, dove conseguì il diploma di ragioniere. Quindi si iscrisse all'università di Pavia, dove si laureò in Lettere e in Giurisprudenza. Fin da giovane frequentò ambienti liberali e patriottici, legandosi soprattutto a Carlo Cattaneo del quale fu discepolo e collaboratore (fu il segretario di redazione della prima serie de «Il Politecnico», 1839-1844, esperienza capitalizzata negli anni in cui diresse «Lo Spettatore industriale», 1844-1846).

Costretto a emigrare in Piemonte nel gennaio 1848, collaborò al «Messaggiere torinese» di Angelo Brofferio con il quale condivise la fede democratica e i princìpi federalistici del Cattaneo. Fra il luglio e il settembre del 1849 redasse il foglio popolare «Il Proletario» e avviò una scuola domenicale per operai, nella quale impartiva gratuitamente lezioni di storia politica e di morale.

Nel 1850 il M. si trasferì a Genova ove proseguì l'impegno giornalistico e la militanza politica, cercando di sciogliere il dissidio tra Giuseppe Mazzini e il Cattaneo intorno ai metodi e agli obiettivi della causa italiana. Entrò in relazione anche con Giuseppe Ferrari e Carlo Pisacane. Rientrato a Genova nell'agosto 1853, dopo un soggiorno nel Canton Ticino, fra il 1854 e il 1857 collaborò a «La Ragione», il periodico di Ausonio Franchi.

Tra il 1855 e il 1860 fu un protagonista di primo piano della vita politica, riconoscendosi nelle posizioni della Sinistra parlamentare. All'indomani della riforma scolastica del 1859 cominciò a occuparsi di questioni scolastiche e educative, tema poi ripreso negli anni successivi. Sulle pagine de «Il Politecnico» prese posizione in merito all'estensione della legge Casati, lamentando gli eccessi normativi e burocratici conseguenti alla scelta centralistica e denunciando l'insufficiente considerazione per le caratteristiche specifiche della Toscana e di Napoli. Sollecitò altresì l'abolizione dell'articolo 100, che limitava la possibilità di tenere corsi privati a città dove esistesse già un'università o almeno una facoltà, ciò che autorizzava solo i corsi dati a titolo pubblico.

Nel frattempo il M. si dedicò allo sviluppo e all'organizzazione delle società operaie italiane, sostenendone con forza il principio della loro natura apolitica e tentando – invano – la conciliazione tra mazziniani e moderati. Pur restando un esponente di spicco della Sinistra democratica, il M. accettò lealmente le istituzioni monarchiche, distinguendosi per un'accentuazione delle tendenze razionaliste e anticlericali oltre che per l'impegno sul fronte europeista e pacifista, in sintonia con gli ideali del maestro.

Tali princìpi lo spinsero ad aderire alla massoneria, cui fu iniziato nel 1862 nella loggia «Dante Alighieri» di Torino e ricoprì importanti incarichi direttivi nel Grande Oriente d'Italia. Fu fra i più assidui collaboratori de «Il Libero pensiero», pubblicato a Milano dal gennaio 1866, rivista che si segnalò per la speciale attenzione rivolta ai problemi della scuola pubblica e laica, sostenendo in numerosi articoli la necessità di un insegnamento più moderno, scientifico, impegnato in senso laico e liberale.

Tale posizione si ritrova altresì sulle pagine dell'«Almanacco istorico d'Italia» (1868-1880) ove il M. tornò più volte sul tema della scuola e dell'educazione popolare. Si soffermò, in particolare, sull'introduzione dell'obbligo scolastico, sollecitò l'abolizione di ogni insegnamento religioso, reclamò il miglioramento delle condizioni dei maestri, tutti aspetti che a suo avviso avrebbero ampliato e irrobustito le basi laiche dello Stato.

Questi cambiamenti erano da perseguire gradualmente, senza fratture nel corpo sociale, visti come progressive tappe di avvicinamento all'obiettivo di un'educazione laica delle giovani generazioni, senza più dover fare conto dell'etica religiosa. Il pragmatismo realista del M. emerse chiaramente durante la discussione al Senato del progetto Scialoja sull'istruzione elementare obbligatoria (1872): ciò che veramente contava era che i genitori fossero obbligati a mandare i figli a scuola, non importava se pubblica o privata, poiché l'ignoranza era il peggiore dei mali.

Il M. unì l'impegno politico e giornalistico a un'intensa attività pubblicistica in campo storico, letterario ed economico-sociale. La sua opera maggiore fu la Storia del Consiglio dei dieci (1847-1849), una storia della Repubblica di Venezia dalle origini fino al trattato di Campoformio, più volte ristampata. Tra il 1867 e il 1870 diede alle stampe la Storia del Parlamento subalpino. Il M. morì a Roma il 24 dicembre 1880.

[Elisa Mazzella]

Fonti e bibliografia: Fondazione «G.G. Feltrinelli», Milano, fondo Macchi; AS, Milano, Autografi, c. 139, f. 3; un elenco dei suoi scritti è in F. Della Peruta, I democratici dalla Restaurazione all'Unità, in Bibliografia dell'età del Risorgimento: in onore di Alberto M. Ghisalberti, Firenze, Olschki, 1971, vol. I, pp. 292 e ss.

DBI, vol. LXVII, pp. 5-8.

T. Tomasi, Massoneria e scuola dall'unità ai giorni nostri, Bologna, Vallecchi, 1980, pp. 19, 49, 56, 69, 74, 90, 94 e 100; G. Verucci, L'Italia laica prima e dopo l'unità 1848-1876, Roma-Bari, Laterza, 1981, pp. 25, 27-29, 31, 39, 41, 44-45 e passim; F. Della Peruta, Conservatori, liberali e democratici nel Risorgimento, Milano, Angeli, 1989, pp. 207-284; M. Fugazza, Carlo Cattaneo. Scienza e società, 1850-1868, Milano, Angeli, 1989, pp. 64, 68, 74, 84, 116, 163, 238 e 241; A. A. Mola, Storia della massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni, Milano, Bompiani, 1992, pp. 66, 69, 115, 158, 160, 174, 182, 186 e 207; S. Polenghi, La politica universitaria italiana nell'età della Destra storica (1848-1876), Brescia, La Scuola, 1993, pp. 91-92; F. Conti, Storia della massoneria italiana. Dal Risorgimento al fascismo, Bologna, Il Mulino, 2003, pp. 41, 56, 76, 89, 94, 103, 368, 370 e 401; V. Castronovo (ed.), La nascita dell'opinione pubblica in Italia. La stampa nella Torino del Risorgimento e capitale d'Italia (1848-1864), Roma-Bari, Laterza, 2004, pp. 25, 79, 327-332, 342 e 350.