Luzzatti Luigi

Professioni: Professore universitario, filantropo
Ambiti di produzione: Cultura ebraica, economia, istruzione tecnica, massoneria, politica scolastica, scuola professionale
Luoghi di attività: Veneto, Italia

Luigi Luzzatti nacque a Venezia il 1° marzo 1841 da una famiglia di imprenditori ebrei. Dopo gli studi nel liceo «S. Caterina» di Venezia, nel 1858 si iscrisse all'università di Padova, dove si laureò in Giurisprudenza nel 1863. Già in quello stesso anno iniziò ad insegnare Statistica ed Economia politica all'Istituto tecnico superiore di Milano. Nel 1864 contribuì alla fondazione della prima banca popolare italiana, la Banca popolare di Lodi. Nel 1867 ottenne la cattedra di Diritto costituzionale all'università di Padova, dove collaborò alla progettazione della Scuola superiore di commercio (Cà Foscari) di Venezia, di cui divenne presidente. Nel dicembre 1872 venne nominato membro straordinario del Consiglio superiore della P.I., rimanendovi fino al febbraio 1881.

Nel 1869 e nel 1871-1873 ricoprì l'incarico di segretario generale del ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, dove si occupò, tra le altre questioni, anche di istruzione industriale e professionale. Eletto nelle file della Destra storica alla Camera dei deputati (1871) vi rimase fino al 1921, quando venne nominato senatore. Critico nei confronti del liberalismo manchesteriano, sostenne una forma di «statalismo sussidiario» che riteneva necessario l'intervento dello Stato per tutelare i diritti sociali ed economici dei cittadini.

Il L. ricoprì numerosi incarichi ministeriali (più volte al Tesoro e dal 1909 al 1010 all'Agricoltura, industria e commercio: infine dal 31 marzo 1910 al 29 marzo 1911 fu presidente del consiglio dei ministri.

In linea con un'intensa attività filantropica svolta in età giovanile secondo un costume assai diffuso nella comunità ebraica di quegli anni, come parlamentare e uomo di governo si occupò dell'istruzione popolare in vari modi: attraverso la promozione della legge contro il lavoro minorile (Legge 7 luglio 1907, n. 416), mediante la diffusione dell'istruzione professionale e lo sviluppo delle biblioteche popolari (dal 1867 fu presidente della Società per la promozione delle biblioteche popolari di Milano) e con l'introduzione delle casse di risparmio nelle scuole.

Nella logica della teoria dello «statalismo sussidiario», fu favorevole all'intervento diretto dello Stato nella gestione delle scuole elementari e, come presidente del consiglio dei ministri, favorì l'iter del progetto di quella che, nel giugno 1911 sarebbe poi diventata la meglio nota legge Daneo-Credaro, trovando un compromesso tra fautori ed oppositori della statizzazione della scuola elementare.

Pur avendo improntato l'attività politica e di studioso a un indirizzo decisamente laico ed avendo aderito, seppur per breve tempo, alla massoneria, nelle elezioni del 1913 venne rieletto con l'appoggio della Unione cattolica elettorale del conte Gentiloni. Negli ultimi anni appoggiò le scelte di politica economica e finanziaria del fascismo. Il L. morì a Roma il 29 marzo 1927.

[Redi Sante Di Pol]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero P.I., Direzione generale istruzione superiore, Fascicolo personale insegnante (1900-1940), II versamento, I serie, b. 84 e Archivi di famiglie e persone, Luigi Luzzatti; Istituto veneto di scienze, lettere e arti, Venezia, fondo Luzzatti.

DBI, vol. LXVI, pp. 724-733.

F. Catalano, Luigi Luzzatti: la figura e l'opera, Milano, Banca popolare, 1965; G. Verucci, L'Italia laica prima e dopo l'Unità. 1848-1876, Roma-Bari, Laterza, 1981, pp. 65-66, 69, 84, 87 e passim; P. Pecorari, Economia e riformismo nell'Italia liberale: studi su Giuseppe Toniolo e Luigi Luzzatti, Milano, Jaca Book, 1986; P.L. Ballini, P. Pecorari (edd.), Luigi Luzzatti e il suo tempo, Venezia, Istituto veneto di scienze, lettere e arti, 1994; S.G. Franchini (ed.), Chiesa, fede e libertà religiosa in un carteggio di inizio Novecento, ivi, 2004.