Loria Gino

Professioni: Professore universitario
Ambiti di produzione: Cultura ebraica, matematica
Luoghi di attività: Lombardia, Liguria

Gino Loria nacque a Mantova il 19 maggio 1862. Laureato a Torino in Matematica nel 1883 sotto la direzione di Enrico D'Ovidio, fu di quest'ultimo assistente tra il 1884 e il 1886. Nel novembre 1886 superò il concorso per la cattedra di Geometria superiore all'università di Genova ore restò per 49 anni fino al 1935, anno del suo collocamento a riposo. Dopo gli anni torinesi, se si esclude il periodo in cui, a causa delle leggi razziali, dovette rifugiarsi con i famigliari presso Torre Pellice (Torino), il L. trascorse tutta la sua vita nel capoluogo ligure.

Qui fu molto attivo (preside della facoltà di Scienze, presidente per molti anni della sezione ligure dell'associazione «Mathesis», ecc.); nel 1906 promosse l'istituzione della Scuola di magistero per la formazione degli insegnanti e ne assunse la direzione. Raccolse riconoscimenti di alto prestigio come, ad esempio, il doppio conferimento del Prix Binoux di storia della matematica dell'Académie des Sciences di Parigi (1907 e 1922).

I primi lavori scientifici del L., poco più di una ventina, vertono su questioni di tipo geometrico, ma egli rimase sostanzialmente estraneo ai notevoli sviluppi che la ricerca geometrica italiana era destinata ad avere a fine secolo. Il settore in cui diede i contributi più significativi è infatti la storia delle matematiche cui iniziò ad interessarsi fin dal 1886.

Fra le sue opere più importanti si annoverano Le scienze esatte nell'antica Grecia (1914); la Storia della geometria descrittiva dalle origini sino ai giorni nostri (1921); il volume Spezielle algebraische und transzendente ebene Kurven, Theorie und Geschichte, apparso in lingua tedesca nel 1902 e in un secondo tempo in edizione italiana in due volumi (1930). I risultati delle ricerche di circa quarant'anni appaiono coordinati in un'ampia sintesi sulla storia del pensiero matematico dall'antichità fino all'800 nella celebre, quanto discussa, Storia delle matematiche edita a Torino in tre volumi (1929, 1931, 1933, 2a ediz. 1950).

Il docente genovese fondò e diresse, inoltre, il «Bollettino di bibliografia e storia delle scienze matematiche» (1898-1918 senza battute d'arresto neppure durante il periodo bellico). Nel 1922 la rivista si trasformò in Sezione storico-bibliografica de «Il Bollettino di matematica» di Alberto Conti e successivamente di «Archimede».

Un aspetto significativo dell'opera del L., non ancora messo sufficientemente in luce, è il suo impegno per il miglioramento dell'insegnamento della matematica nelle scuole secondarie e per la formazione degli insegnanti, impegno che gli venne riconosciuto anche a livello internazionale dai suoi contemporanei come Florian Cajori (che gli attribuiva la leadership del movimento di rinnovamento didattico in Italia, «The American Mathematical Monthly», 1910, p. 192) e Felix Klein (ved. Elementarmathematik vom höheren Standpunkte aus, 2a ediz., II, 1925, p. 249).

L'interesse del L. per l'ambito scolastico è segnato dalla prospettiva internazionale con l'attenzione rivolta verso i movimenti di riforma europei, soprattutto quello promosso da Klein in Germania e l'esame comparativo fra sistemi educativi di vari paesi. La visione dell'insegnamento della matematica che ne deriva può essere così sintetizzata: stabilire connessioni fra le varie parti della matematica; introdurre nell'insegnamento alcune di quelle idee generali che «intervenendo di continuo ed efficacemente nelle teorie matematiche moderne, possono dirsi costituirne il midollo spinale»: il concetto di funzione, quello di trasformazione e forse anche quello di gruppo; snellire i programmi di matematica, eliminando quelle parti che sono ormai un residuo del passato; stabilire collegamenti fra l'insegnamento secondario e quello superiore; provvedere a una solida formazione degli insegnanti.

Proprio a tal fine, durante i congressi della «Mathesis» di Firenze (1908) e di Padova (1909) propose, insieme ad Alessandro Padoa, di potenziare le Scuole di magistero, di rendere obbligatorio per i futuri insegnanti il tirocinio nelle scuole secondarie e di creare cattedre universitarie di storia e fondamenti della matematica e di metodologia matematica, per l'esame dei metodi didattici e l'analisi dei libri di testo. Quando poi le Scuole di magistero furono soppresse nel 1920, il L. fu autore di una delle proteste più vigorose. Più tardi, in piena epoca fascista, egli ebbe nuovamente modo di occuparsi del problema della formazione degli insegnanti e, nel rapporto generale su questo tema che presentò nel 1932, per conto della Commission internationale de l'enseignement mathématique, al congresso dei matematici di Zurigo, mise in luce le carenze istituzionali dell'Italia fascista in tale settore.

La convinzione che la storia delle matematiche potesse costituire un «anello di congiunzione» fra l'insegnamento secondario e quello superiore e il desiderio di rispondere alle richieste della riforma Gentile, lo portarono a pubblicare nel 1925 il volumetto per le scuole secondarie Pagine di storia della scienza. Il L. morì a Genova il 30 gennaio 1954.

[Livia Giacardi]

Fonti e bibliografia: fonti archivistiche sono indicate in L. Giacardi, Gino Loria, in C.S. Roero (ed.) La Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche Naturali di Torino, 1848-1998, Deputazione subalpina di storia patria, Torino 1999, vol. II, pp. 520-525.

DBI, vol. LXVI, pp. 131-133; DSB, vol. VIII, pp. 504-505.

A. Terracini Commemorazione del socio Gino Loria, «Atti dell'Accademia nazionale dei Lincei, Rendiconti », 1954, pp. 402-421 (con l'elenco delle pubblicazioni); L. Dell'Aglio Des glissements dans l'historiographie des mathématiques: le cas du «Bollettino di Bibliografia e Storia delle Scienze Matematiche» de Gino Loria, in Ausejo, M. Hormigón (edd.), Messengers of mathematics. European mathematical journals (1800-1946), Madrid, Siglo XXI Editore, 1993, pp. 283-297; L. Pepe, Gino Loria e i suoi 'assidui studi' di storia delle matematiche, in F. Mercanti, L. Tallini (edd.), Contributi di scienziati mantovani allo sviluppo della matematica e della fisica, Cremona, Monotipia cremonese, 2001, pp. 227-234; U. Bottazzini, Italy, in J.W. Dauben, C. J. Scriba (edd.), Writing the history of mathematics: its historical development, Basel, Birkhauser, 2002, pp. 61-96, 88-90 e 469-474; F. Furinghetti, Due giornali ponte fra ricerca e scuola: La Rivista di Peano e il Bollettino di Loria, in L. Giacardi (ed.), Da Casati a Gentile. Momenti di storia dell'insegnamento secondario della matematica in Italia, La Spezia, Agorà edizioni, 2006, pp. 181-237 e 208-235; A Janovitz, F. Mercanti, Gino Loria, in Sull'apporto evolutivo dei matematici ebrei mantovani nella nascente nazione italiana, monografie di EIRIS (www.eiris.it), 2008, pp. 27-42.