Longhena Mario

Professioni: Professore, uomo politico, amministratore pubblico
Ambiti di produzione: Assistenza, associazionismo secondario, editoria scolastica, geografia, politica scolastica, socialismo
Luoghi di attività: Emilia Romagna

Mario Longhena nacque a Parma il 24 maggio 1876 da un'umile famiglia di idee garibaldine. Rimasto presto orfano di padre, grazie a una borsa di studi proseguì gli studi superiori, frequentando la facoltà di Lettere e Filosofia a Bologna. Qui entrò in relazione, tra gli altri, con Giosué Carducci, Giovanni Pascoli ed Edoardo Brizio. Intrapresa la carriera dell'insegnante secondario nel capoluogo felsineo, si dedicò contestualmente a studi e ricerche in particolare sulla cartografia e sulla geografia, pubblicando anche diversi volumi ad uso scolastico presso importanti editori (tra cui Sandron, Zanichelli e Paravia).

Oltre all'attività di docente e studioso, il L. svolse un'intensa militanza politica. Nel 1892 s'iscrisse al Partito socialista (e ne fu segretario anche durante la sua soppressione nel periodo fascista); presiedette l'Associazione degli impiegati civili, fu segretario della Federazione nazionale insegnanti di scuola media sorta a Bologna con Giuseppe Kirner e partecipò a vari congressi, condividendo le posizioni salveminiane sulla riforma scolastica.

Assessore all'istruzione a Bologna nella giunta Zanardi (1914-1920), ebbe un ruolo significativo nell'avvio delle iniziative educative, assistenziali e scolastiche della città all'insegna del motto socialista «pane ed alfabeto», che perseguì mediante la promozione di asili, scuole elementari, scuole all'aperto, biblioteche, servizi di refezione scolastica, doposcuola e colonie estive.

Perseguitato dal fascismo, il L. fu costretto alle dimissioni anticipate dall'insegnamento nel 1939. Durante la Resistenza fece parte del Comitato di liberazione nazionale ed entrò nell'Assemblea costituente come esponente del Partito socialdemocratico, presiedendo anche la prima seduta del Parlamento repubblicano come decano. Nel secondo dopoguerra fu presidente dell'Amministrazione degli ospedali di Bologna (1945-1950), poi della Croce rossa italiana su incarico di De Gasperi (1949-1957) e partecipò ai dibattiti di politica scolastica del tempo. Il L. morì a Bologna ultranovantenne il 25 febbraio 1967.

[Mirella D'Ascenzo]

Bibliografia: A. Albertazzi, N.S. Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945), Bologna, Comune di Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1986, vol. III, p. 598; M. D'Ascenzo, Tra centro e periferia. La scuola elementare a Bologna dalla Daneo-Credaro all'avocazione statale, Bologna, CLUEB, 2006, pp. 166 e ss.