Lombroso Carrara Paola Marzola

Professioni: Scrittrice, filantropa
Ambiti di produzione: Assistenza, cultura ebraica, letteratura per l'infanzia, socialismo
Luoghi di attività: Lombardia, Piemonte, Svizzera

Paola Lombroso nacque a Pavia il 14 marzo 1871 dal noto antropologo Cesare e Nina De Benedetti, prima di cinque figli, sorella maggiore di Gina. Nel 1876, si trasferì con tutta la famiglia a Torino, dove intraprese gli studi classici, ma abbandonò il liceo prima del diploma, motivo per cui non si iscrisse mai all'università. Orientata dal padre, iniziò a occuparsi in particolar modo di psicologia infantile: nel 1894 pubblicò i Saggi di psicologia del bambino, prefati dal padre. Nel 1893, intanto, era uscito a puntate sul periodico «Cenerentola» diretto da Luigi Capuana il suo racconto La mia Signora, primo di una lunga serie.

In questo periodo fu influenzata dalla figura di Anna Kuliscioff (assidua frequentatrice di casa Lombroso), donna assai emancipata per i tempi, che divenne per lei un importante modello di riferimento.

Animata da istanze socialiste e umanitarie, decise di impegnarsi nella lotta all'analfabetismo e a tal fine nel 1896 fondò a Torino con la sorella Gina l'istituzione «Scuola e famiglia», una specie di doposcuola destinato agli alunni delle scuole elementari appartenenti alle classi più disagiate, sul modello di quelli sorti a Milano per iniziativa di Rosa Errera. L'iniziativa ebbe successo e giunse a coinvolgere tutte le scuole elementari torinesi.

All'azione filantropica associò un'intensa attività giornalistica, collaborando ad alcuni noti periodici socialisti, come «Il Grido del popolo» e «Germinal». Nel 1899 convolò a nozze con Mario Carrara, medico e criminologo, allievo di suo padre. Tornò a occuparsi di psicologia infantile nel 1904 con La vita dei bambini e con una serie di articoli apparsi sulla «Nuova antologia» nei primissimi anni del '900.

Nel 1905 ebbe inizio il suo altalenante rapporto con Luigi Albertini, storico direttore del «Corriere della sera», editore anche dal 1908 del «Corriere dei piccoli». Nonostante l'indubbio ruolo di primo piano svolto da Paola nella fondazione del periodico, fu tuttavia necessaria la mediazione di Filippo Turati perché le venisse proposto un incarico di collaborazione, che prevedeva la cura di tre rubriche, una delle quali – la «Corrispondenza» che la L. teneva con i lettori, firmandosi con il nomignolo di zia Mariù – riscosse grande successo. La collaborazione, assai feconda, proseguì fino al 1911, quando si interruppe proprio a causa di dissidi con l'editore.

Chiusa questa esperienza, la L. si dedicò al progetto delle «Bibliotechine rurali di zia Mariù», avviato nel 1910 sulle pagine del periodico milanese volto a dotare le scuole di campagna di libri di lettura e contribuire così all'elevamento culturale dei figli del popolo. La L. presentò la sua iniziativa nel 1912 al congresso nazionale delle Opere di educazione popolare di Roma e in un articolo (L'aiuto dei bambini ricchi ai bambini poveri: biblioteche rurali zia Mariù), comparso in quello stesso anno su «La Coltura popolare». Nel frattempo diede vita al «Bollettino delle bibliotechine rurali» (poi uscito fino al 1922 e quindi sotto altro nome fino al 1935). Nel 1913, grazie all'appoggio di Giuseppe Lombardo Radice e di Edoardo Daneo, già ministro della P.I. e uomo politico torinese, costituì l'Associazione per le bibliotechine rurali.

Nel 1915 allestì presso Villa Perroncito a Cavoretto (Torino) un asilo-ricovero in grado di ospitare i figli dei richiamati alla guerra senza parenti, che alla fine della guerra raggiunsero il numero di circa 600. Sulla base di questa esperienza assistenziale, diede vita nel dopoguerra alla Casa del Sole, un istituto destinato ad accogliere i figli sani di genitori tubercolotici (La Casa del sole: un esperimento educativo su bambini del popolo, 1930), iniziativa poi sottrattale e confluita nelle opere assistenziali del regime.

La L. affiancò costantemente al profondo impegno sociale un forte interesse verso la letteratura per l'infanzia. Dopo l'esperienza del «Corriere dei piccoli», pubblicò svariati libri spesso pluriediti: Un reporter nel mondo degli uccelli (1911); Le fiabe di zia Mariù (1912); Storie vere di zia Mariù (1913); Storia di una bambina e di una bambola (1914); Briciolina e Musoduro (1915); Storie di bambini che conosco (1924). A partire dal 1926 diresse presso Paravia la «Collana di zia Mariù» (nella quale pubblicarono anche Virginia Tango, Rosa Fumagalli, Adelaide Dore Pintor, Carola Prosperi, Adriana Enriques e Dino Provenzal) e negli stessi anni diresse anche la collana «I librini di zia Mariù» della casa editrice L'Alpina di Cuneo.

Antifascista convinta, durante il regime si tenne fondamentalmente in disparte. Nel 1931 il marito – docente presso l'ateneo torinese – si rifiutò di prestare giuramento di fedeltà al fascismo e perse la cattedra, finendo escluso da tutte le cariche pubbliche. Il loro salotto divenne punto di riferimento dell'antifascismo torinese, frequentato, fra gli altri da Leone Ginzburg, Luigi Salvatorelli, Altiero Spinelli, Vittorio Foa, Massimo Mila e altri. Nell'ottobre 1936 il prof. Carrara fu arrestato per attività antifascista e solo la sua età avanzata lo salvò dal confino.

Morto il marito nel giugno 1937, dopo l'emanazione delle leggi razziali (1938), Paola fu costretta a riparare in Svizzera, anche per accudire la sorella Gina, gravemente malata. Dopo la morte della sorella (1944), si impegnò nelle attività assistenziali promosse dal Don suisse pour les victimes de la guerre. Tornò a Torino nel 1945, dove si impegnò nuovamente a sostegno della «sua» Casa del Sole. La L. morì a Torino il 23 gennaio 1954.

[Juri Meda]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione Generale Pubblica Sicurezza, Casellario politico centrale, b. 2824, f. Lombroso Paola Marzola.

DBDL, pp. 643-645; EP, vol. IV, cc. 7091-7092; TESEO ‘900, nn. 132 e 275; necrologi in «La Scuola positiva», 1954, n. 1-2, pp. 314-316 e «I Diritti della scuola», 1953-1954, n. 13, p. 275. L. Bulferetti, Cesare Lombroso, Torino, Utet, 1975, ad indicem; D. Dolza, Essere figlie di Lombroso. Due donne intellettuali tra '800 e '900, Milano, Angeli, 1990; P. Boero, C. De Luca, La letteratura per l'infanzia, Roma-Bari, Laterza, 1997, pp. 135, 136 e 339; S. Fava, Silvio Spaventa Filippi direttore del «Corriere dei Piccoli», in S.G. Bonsera (ed.), Silvio Spaventa Filippi fondatore e direttore del «Corriere dei Piccoli», [Roma], Erreci, 2003, pp. 55-85; R. Lollo, Sulla letteratura per l'infanzia, Brescia, La Scuola, 2003, pp. 144, 158 e 183; S. Fava, Percorsi critici di letteratura per l'infanzia tra le due guerre, Milano, Vita e pensiero, 2004, pp. 273 e ss; L. Ricaldone, Il salotto delle sorelle Lombroso, in M.L. Betri, E. Brambilla (edd.), Salotti e ruolo femminile in Italia: tra fine Seicento e primo Novecento, Venezia, Marsilio, 2004, pp. 509-523; A. Carli, Prima del «Corriere dei Piccoli», Macerata, EUM, 2007, pp. 131-133 e 156; A. Ascenzi, M. Di Felice, R. Tumino (edd.), «Santa giovinezza!». Lettere di Luigi Bertelli e dei suoi corrispondenti (1883-1920), Macerata, Alfabetica, 2008, pp. 370-371; A. Carli, Paola Marzola Lombroso fra psicologia, pubblicistica e letteratura per l'infanzia, in R. Lollo (ed.), Il «Corriere dei Piccoli» in un secolo di riviste per ragazzi, Milano, Vita e pensiero, 2009, pp. 20-43; L. Cantatore, Con il diavolo zoppo fra verità e fantasia. La Corrispondenza di Zia Mariù, ivi, pp. 73-85.