Baccelli Guido

Professioni: Medico, professore universitario, ministro P.I.
Ambiti di produzione: Ginnastica, lavoro educativo, politica scolastica
Luoghi di attività: Lazio, Italia

Figlio di Antonio, noto chirurgo, e di Adelaide Leonori, Guido Baccelli nacque a Roma il 25 novembre 1832. Nel 1848 cercò invano di arruolarsi fra i volontari della prima guerra d'indipendenza. Ancora l'anno seguente ebbe slanci patriottici soffocati dal padre che lo relegò a S. Vito Romano. Conseguì la laurea in Medicina nel 1853 e dal 1863 al 1916 diresse la Clinica medica di S. Spirito. Nel 1859 iniziò a insegnare nell'università di Roma, diventando un insigne clinico.

All'attività medica associò un intenso impegno politico. Dopo una fase locale come consigliere comunale, il B. dal 1874 fu ininterrottamente sulla scena nazionale, eletto deputato nella circoscrizione elettorale di Roma I e III, esponente del raggruppamento della Sinistra costituzionale. Fu più volte ministro della P.I.: dal 2 gennaio al 29 maggio 1881 (governo Cairoli); dal 29 maggio 1881 al 30 marzo 1884 (governo Depretis); dal 15 dicembre 1893 al 10 marzo 1896 (governo Crispi); dal 29 giugno 1898 al 24 giugno 1900 (governo Pelloux). Ricoprì anche l'incarico di ministro dell'Agricoltura, industria e commercio con il governo Zanardelli (1901-1903).

Manifestò, soprattutto nei primi mandati ministeriali, uno slancio riformatore, specie in relazione all'università, per la quale chiese una maggiore autonomia rispetto al potere politico e burocratico. In tale contesto s'inserisce il conferimento della cattedra universitaria a Padova a Roberto Ardigò, ammonito in precedenza per le sue teorie «difformi dalla coscienza della maggioranza degli Italiani». Promosse la realizzazione del Policlinico «Umberto di Roma e della Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea. Propose un disegno di legge per la conservazione e la tutela dei monumenti di Roma per quella che definì la loro «efficacia educativa e civile», si fece portavoce di numerose iniziative per la valorizzazione delle aree archeologiche capitoline, restaurò il Pantheon, curò gli scavi di Pompei e affermò il principio secondo il quale i reperti devono essere conservati nei luoghi nei quali sono stati rinvenuti.

Più controversa appare la valutazione dell'azione ministeriale del B. nell'ambito dell'istruzione elementare. Nell'interpretare le preoccupazioni di una parte della borghesia liberale fu cauto nel sostenerne il pieno sviluppo. Sua, già nel 1875, la famosa massima «istruire il popolo quanto basta, educarlo più che si può» per sottolineare il ruolo disciplinatore dell'istruzione pubblica il cui scopo doveva essere quello di concorrere alla conservazione dello status quo politico e sociale. A tale principio si ispirarono i programmi scolastici per la scuola elementare che portano il suo nome (R.D. n. 525 del 29 novembre 1894). Nella Relazione introduttiva è scritto che «leggere, scrivere, far di conto, diventare un galantuomo operoso fu ed è ancora il programma vivo del buon senso italiano: tornare ad esso animosamente è, per consiglio di quanti ho interrogato, un progredire spedito e infallibile».

Nel 1899 portano la sua firma anche le Istruzioni e programmi per l'insegnamento delle prime nozioni di agricoltura, del lavoro manuale educativo, dei lavori donneschi, dell'igiene e dell'economia domestica nelle scuole elementari, che confermano il carattere pragmatico attribuito al sistema scolastico elementare.

Intanto, nel 1898, per contrastare l'analfabetismo adulto, il B. predispose un progetto, già perseguito in anni precedenti e comunque mai realizzato, di una scuola definita «complementare» o «coscrizione scolastico-militare» che avrebbe dovuto accogliere i ragazzi dai 16 ai 19 anni per un'integrazione culturale elementare e l'addestramento ginnico-militare. L'azione doveva attuarsi in due cicli, uno invernale, di sera, e uno estivo, di giorno. Nel primo ciclo si riprendevano le materie degli studi primari con particolare attenzione ai temi dell'etica civile e della storia patria; nel secondo si curavano gli esercizi fisico-militari.

Durante l'azione ministeriale come ministro dell'Agricoltura s'impegnò nell'azione di bonifica dell'Agro pontino, invitando comuni ed enti a fornire le scuole rurali di un campicello scolastico. Sua fu anche l'idea di istituire nella scuola la festa dell'albero. Come ricercatore nel campo della scienza medica, pubblicò numerosi lavori, in particolare dedicati alla malaria e, nel 1893, insieme a F. Durante, fondò la rivista medica «Il Policlinico». Il B. morì a Roma il 10 gennaio 1916.

[Alessandra Avanzini]

Fonti e bibliografia: ACS, Roma, fondo ministro Baccelli (1894-1896; 1898-1900); Ministero P.I., Direzione Generale Istruzione Superiore, Fascicolo personale insegnante (1900-1940), II versamento, I serie, b. 6.

DBI, vol. V, pp. 13-15; EBU, vol. II, p. 278; EP, vol. I, cc. 1366-1369; PE, p. 41; Il Parlamento italiano, Milano, Nuova Cei, 1989, vol. V, pp. 195-196.

G. Gorrini, Guido Baccelli: la vita, l'opera, il pensiero, Torino, Lattes, 1916; A. Baccelli, Guido Baccelli. Ricordi, Napoli, la Riforma medica, 1931; I. Zambaldi, Storia della scuola elementare in Italia, Roma, LAS, 1975, pp. 391-401 e passim; E. De Fort, Storia della scuola elementare, Milano, Feltrinelli, 1979, pp. 110-112, 119, 121 e passim; G. Bonetta, Corpo e nazione. L'educazione ginnastica, igienica e sessuale nell'Italia liberale, Milano, Angeli, 1990, pp. 99, 173-176 e 272; E. Catarsi, Storia dei programmi della scuola elementare (1860-1985), Firenze, La Nuova Italia, 1990, pp. 51-54; G. Genovesi, Storia della scuola dal Settecento ad oggi, Roma-Bari, Laterza, 2004, pp. 97-100.