Lanza Giovanni

Professioni: Medico, uomo politico, ministro P.I.
Ambiti di produzione: Divulgazione agraria, legislazione e politica scolastica, scuola normale
Luoghi di attività: Piemonte, Italia

Giovanni Lanza nacque a Casale Monferrato (Alessandria) il 15 febbraio 1810 da Francesco e Angela Maria Inardi. Orfano di padre in tenera età, frequentò il collegio cittadino prima di trasferirsi, nell'autunno del 1827, nel capoluogo piemontese dove concluse le scuole secondarie e conseguì una doppia laurea in Medicina e Chirurgia. Nel 1837, dopo varie peregrinazioni nel nord e nel centro della penisola, rientrò a Torino allo scopo di intraprendere la carriera universitaria: un'affezione oftalmica lo costrinse però a rifugiarsi a Roncaglia presso la proprietà agricola di famiglia.

Qui decise di dedicarsi alla coltivazione della terra, interesse che lo indusse a ricoprire un ruolo attivo nell'associazione agraria torinese e nella nascita del comizio agrario di Casale. Nel contempo svolse un'intensa attività giornalistica: collaborò alle «Letture di famiglia» di Lorenzo Valerio (SPES, n. 634) e al «Messaggiere torinese» di Angelo Brofferio; fu tra i fondatori, insieme allo stesso Valerio, del giornale politico «Concordia» prima di prenderne le distanze e dar vita all'«Opinione», espressione di un orientamento democratico più moderato.

Eletto nel Parlamento subalpino dal 1848, militò nelle file del centro-sinistra prima di aderire al «connubio» Cavour-Rattazzi, operazione che consentì l'ingresso nella classe di governo di esponenti con un passato di militanza democratica. La collaborazione con il Cavour, iniziata all'epoca della preparazione dell'intervento in Crimea, si rafforzò, il 31 maggio 1855, con la chiamata del L. alla guida del ministero della P.I.

A distanza di pochi mesi, il L. sottopose all'attenzione dei due rami del Parlamento due distinti progetti: al Senato giunse la proposta di una riforma dell'assetto amministrativo della pubblica istruzione (23 novembre) che, destinata a diventare legge il 22 giugno 1857 al termine di un lungo e controverso dibattito, prevedeva il rafforzamento dell'autorità ministeriale in linea con un modello accentratore, del tutto opposto a quello sotteso alla riorganizzazione degli studi avviata da Carlo Boncompagni nel 1848; alla Camera depositò il disegno sull'istruzione elementare (10 dicembre) che, approvato il 20 luglio del 1858 nella sola parte relativa alla formazione dei maestri, conteneva disposizioni destinate poi a confluire nella successiva legge Casati (1859).

La priorità accordata in quegli anni alla causa italiana non solo spiega il ruolo centrale riconosciuto allo Stato nel sistema scolastico (gli enti locali per loro stessa natura non potevano, secondo l'uomo politico casalese, farsi interpreti degli interessi e dei bisogni «nazionali»), ma è all'origine di una serie di provvedimenti volti a caratterizzare in senso nazionale i contenuti dell'insegnamento e il profilo della classe docente: mentre nei collegi dei capoluoghi di provincia della Savoia dove era sempre stato in uso il francese si decretava l'obbligatorietà dello studio dell'italiano, nelle scuole normali erano previsti nuovi contenuti (ad esempio la letteratura italiana) finalizzati alla formazione di un maestro pensato come «educatore della nazione».

La volontà, inoltre, di «spiemontesizzare» la scuola e l'università si evince dalla stessa scelta di affidare posti di insegnamento agli esuli a costo (in alcuni casi) di sovvertire l'esito di un concorso. Marcato fu il processo di laicizzazione della scuola culminato, il 29 giugno 1855, con la circolare che imponeva anche alle religiose il conseguimento della patente d'idoneità all'esercizio della professione di insegnante. Il 18 ottobre 1858 L. lasciò la guida della P.I., mantenendo la reggenza del ministero delle Finanze, assunta nel gennaio di quello stesso anno in seguito all'uscita del Rattazzi dal governo. Fu poi dimissionario insieme all'intero esecutivo nei giorni successivi all'armistizio di Villafranca.

Chiamato al dicastero dell'Interno, all'indomani dei tumulti avvenuti a Torino in seguito al trasferimento della capitale (1864), presentò il testo della Convenzione di settembre e il progetto sull'unificazione amministrativa, approvato nel marzo 1865. Presidente del consiglio dei ministri dal 15 dicembre 1869 al 25 luglio 1873, il nome del L. è legato a Roma capitale, alla legge sulle guarentigie (2 maggio 1871) e a quella relativa alle corporazioni religiose e alla liquidazione dell'asse ecclesiastico (27 maggio 1873): tra le proposte del suo gabinetto compare anche l'abolizione della figura del direttore spirituale nell'insegnamento secondario, oggetto di un acceso scontro che indusse Cesare Correnti, allora ministro della P.I., a rassegnare le dimissioni.

Lontano dalle responsabilità di governo, profuse energie nella vita politica locale: dalle iniziative a tutela della salute pubblica all'impegno nell'Associazione costituzionale torinese di cui fu presidente. Il L. morì a Roma il 9 marzo 1882.

[Maria Cristina Morandini]

Fonti e bibliografia: AS, Torino, archivio Lanza; altra documentazione in Museo del Risorgimento di Torino, fondo Lanza.

DBI, vol. LXIII, pp. 655-664; EP, vol. IV, pp. 6546-6547; SPES, n. 634.

E. Tavallini, La vita e i tempi di Giovanni Lanza, Torino-Napoli, L. Roux e C., 1887; M. Cassetti, G. Ferrero (ed.), Giovanni Lanza un casalese per l'Italia dell'Ottocento, Casale Monferrato, s.e., 1982; G. Ciampi, Il governo della scuola nello stato postunitario. Il Consiglio della pubblica istruzione dalle origini all'ultimo governo Depretis (1847-1887), Milano, Edizioni di comunità, 1983, pp. 16-30, 148 e passim; N. Nada (ed.), Giovanni Lanza e i problemi dell'agricoltura piemontese nel secolo XIX, Casale Monferrato, Piemme, 1983; E. Morelli, Giovanni Lanza, Agostino Depretis, Benedetto Cairoli, Roma, La navicella, 1990, pp. 5-42; S. Polenghi, La politica universitaria italiana nell'età della Destra storica (1848-1876), Brescia, La Scuola, 1993, pp. 31-56; M.C. Morandini, Scuola e nazione. Maestri e istruzione popolare nella costruzione dello Stato unitario (1848-1861), Milano, Vita e pensiero, 2003, pp. 231-316.