Lanza di Scordia Pietro

Professioni: Uomo politico, filantropo
Ambiti di produzione: Educazione infantile, politica scolastica
Luoghi di attività: Sicilia, Liguria

Nato in Palermo il 18 agosto 1807, Pietro Lanza appartenne a una delle famiglie più rappresentative della nobiltà siciliana e si distinse per cultura intellettuale, passioni politiche liberali, l'impegno civile e la generosità di iniziative filantropiche. L'unione dei genitori aveva rappresentato il punto di congiunzione di due fra le più antiche e prestigiose casate di tradizione aristocratica dell'isola: Giuseppe Lanza dei principi di Trabia e Stefania Branciforte dei principi di Scordia e di Butera. Egli stesso assunse per derivazione dalla madre il titolo di principe di Scordia e mantenne alto il prestigio del lignaggio familiare, unendosi in matrimonio con Eleonora Spinelli dei principi di Scalea, da cui ebbe quattro figli.

Di raffinata formazione culturale, prevalentemente letteraria e umanistica, nel 1832 fu nel gruppo degli intellettuali che diede vita alle «Effemeridi scientifiche e letterarie per la Sicilia». Cultore di scienza storica, attento alle vicende politiche e aperto ai dibattiti sul rinnovamento moderno della vita pubblica, a partire dal 1835 ricoprì per un triennio la carica di pretore della città di Palermo, incarico nel quale fronteggiò la violenta epidemia di colera dell'estate 1837. In quella drammatica circostanza il L. si distinse per l'impegno profuso, acquisendo nelle memorie cittadine alti livelli di riconoscenza e di reputazione.

L'attenzione verso i temi dell'istruzione pubblica si trovano raccolte soprattutto in due memorie. La prima, Sull'istruzione del popolo, fu presentata il 15 marzo 1835 all'Accademia di scienze, lettere e arti di Palermo. Il L. si univa al coro della classe intellettuale più illuminata e riconosceva la necessità di diffondere l'istruzione per elevare, oltre che le condizioni materiali, soprattutto le condizioni morali del popolo.

La mancanza di un adeguato sistema di scuole popolari e il distacco esistente tra popolo e istruzione erano a suo giudizio tra i principali motivi delle condizioni di languore in cui versavano le attività produttive e lo spirito d'iniziativa nella società meridionale. L'ideale di fondo a cui egli si richiamava di eredità illuministica era quello dell'istruzione universale, gratuita, estesa ovunque, in grado di valorizzare al meglio le professioni con i frutti del sapere e di dirozzare i costumi popolari, piegandoli al bene e alle virtù civili e cristiane.

A questo primo intervento, seguì nell'assemblea accademica del 23 agosto 1840 la memoria, Su gli asili infantili. Anche nel campo dell'educazione della prima infanzia occorreva procedere ben oltre le occasionali buone azioni suggerite da spirito filantropico per organizzare un'azione diretta propriamente dallo Stato e volta a costruire, mediante le istituzioni educative pubbliche, un sistema di «allevamento morale» ed intellettuale dal quale la società avrebbe tratto enorme beneficio.

Considerazioni simili, tese ad affermare con forza il principio dell'utilità sociale del sapere e delle istituzioni educative, punteggiarono altri suoi interventi politici e di analisi storica. Il L. partecipò con fervore alle giornate del '48 palermitano ed ebbe parte importante nel governo provvisoriamente insediatosi, assumendo l'incarico di ministro dell'Istruzione e dei Lavori pubblici. Con il ritorno dei Borboni, fu nel gruppo dei liberali ritenuti ostili e non gli venne concessa alcuna amnistia.

Dal 1849 fu pertanto costretto a vivere in esilio: si stabilì a Genova, da dove continuò il contatto con gli ambienti liberali e con altri esuli, avvicinandosi sempre più a posizioni giobertiane. Questa nuova fase della sua vita fu inoltre segnata da numerosi viaggi ispirati da curiosità intellettuali e civili, che lo portarono spesso anche all'estero; la morte lo colse inaspettatamente il 27 giugno 1855 durante un soggiorno parigino.

[Letterio Todaro]

Fonti e bibliografia: F. Minolfi, Di Niccola Scovazzo, ovvero dell'insegnamento popolare. Discorso, Palermo, Stamperia Francesco Lao, 1841, p. 75; S. Lanza di Trabia, Commemorazione di Giuseppe Lanza Principe di Trabia e di Pietro Lanza Principe di Scordia e di Butera, Palermo, Stab. Tip. Lao, 1875, pp. 18-31; V. Spreti (ed.), Enciclopedia storico-nobiliare italiana, (1928-36), rist. anast., Bologna, Forni, 1981, vol. IV, pp. 49-58.

A. Crimi, I primordi della scuola popolare in Sicilia nel tempo dei Borboni e il metodo lancasteriano, Padova, CEDAM, 1968, pp. 122-124; F. Brancato, Storiografia e politica nella Sicilia dell'Ottocento, Palermo, Flaccovio, 1973, p. 184; S.A. Costa, La scuola e la grande scala, Palermo, Sellerio, 1990, pp. 44-45; C. Castiglione, Storiografia e impegno civile. Pietro Lanza di Scordia, Palermo, Nuova IPSA, 2005.