Lanza del Vasto Giuseppe Giovanni

Professioni: Educatore
Ambiti di produzione: Cultura religiosa, filosofia, pedagogia
Luoghi di attività: Puglia, Italia, Francia

Giuseppe Giovanni Lanza nacque a S. Vito dei Normanni (Brindisi) il 29 settembre 1901 da padre di origini siciliane e madre belga. Trascorsa l'infanzia in Puglia, si trasferì a Parigi dove frequentò il liceo «Condorcet» e ottenne, nel 1920, il baccalauréat. Tornato in Italia, si iscrisse all'università di Pisa, presso la quale conseguì nel 1928 la laurea in Filosofia. Aggiunto al cognome nel frattempo «del Vasto» (derivante dagli antichi predicati nobiliari posseduti dagli antenati) e, con quest'ultimo, usato come pseudonimo per tutta la vita, il L.d.V. riscoprì proprio in quegli anni il cristianesimo e si convertì al cattolicesimo.

Nel 1937 intraprese un viaggio in India dove conobbe il mahatma Gandhi. Colpito dal suo pensiero, si fermò a vivere per alcuni mesi in un ashram (comunità rurale autarchica dove uomini e donne vivevano e lavoravano fraternamente uniti senza distinzioni di credo religioso o casta sociale). Dal mahatma ricevette l'appellativo Shantidas («servitore di pace») e grazie a lui approfondì la dottrina satyagraha, individuando nella nonviolenza e nella sapienza induista una risposta ai conflitti umani.

Tornato dall'India, dopo ulteriori peregrinazioni in Terra Santa (1938-1939), desideroso di far conoscere l'insegnamento gandhiano anche in Europa (Le pélerinage aux sources, 1943), riuscì nel suo intento solo al termine della seconda guerra mondiale. A Parigi, infatti, divenne un punto di riferimento per molti giovani che, incontrandolo settimanalmente in lezioni collettive, cercarono in lui un maestro di vita.

Nel 1948 fondò a Tournier (Francia occidentale), la sua prima comunità rurale animata da idee pacifiste. Dopo un nuovo viaggio in India nel 1954, nel corso del quale egli incontrò Vinoba, successore spirituale di Gandhi, decise di trasferire a Saint Pierre di Bollène la casa madre della sua Communauté de l'Arche (nel cui nome era chiaro il riferimento a Noè e al diluvio universale).

Diffusasi in diverse nazioni e con migliaia di aderenti, l'Arca si presentava come un tipo di comunità caratterizzata da una vita povera ma autosufficiente, dedita ai lavori agricoli e artigianali, impegnata per la nonviolenza e con princìpi ben definiti basati sui sette voti pronunciati al momento di entrarvi a far parte (L'Arche avait pour voilure une vigne, 1978).

Alla scuola era riservato un ruolo determinante sia come luogo di istruzione sia come esperienza di educazione morale e spirituale. Gli alunni ne costituivano la parte attiva mentre il maestro era il coordinatore delle loro azioni, nonché il garante dell'armonia del gruppo. Fin dall'età di sei anni i bambini apprendevano le prime basi dei mestieri, collaborando inoltre alla manutenzione della scuola stessa, tramite la pulizia, il giardinaggio e il taglio della legna. Tra le discipline insegnate grande importanza veniva riconosciuta a poesia, letteratura, danza, musica e pittura, considerate esperienze ideali per assicurare «espressione personale e libera al fanciullo». Secondo il L.d.V. l'alunno non doveva subire il maestro, ma era egli stesso artefice del suo apprendimento, costruendo, creando, scrivendo e vivendo a contatto con la natura.

Dall'esperienza dell'Arca derivano le svariate manifestazioni e i numerosi scioperi della fame promossi dallo stesso L.d.V. e dai suoi discepoli: contro la guerra, l'oppressione, lo sfruttamento dell'energia nucleare. Proprio in virtù di tali ideali, si può parlare di una vera e propria «pedagogia della non violenza», fondata sulla necessità, indicata da Gandhi, di dover innanzitutto estirpare la violenza in noi stessi (Technique de la non-violence, 1971). Il L.d.V. morì a Murcia (Spagna) il 5 gennaio 1981 mentre era in visita alla Comunità dell'Arca di Albacete.

[Luigiaurelio Pomante]

Fonti e bibliografia: le opere fuori commercio del L.d.V. sono disponibili presso la Communauté de l'Arche (La Borie Noble, Roqueredonde); importanti carte sono conservate presso la Biblioteca comunale «Giovanni XXIII», S. Vito dei Normanni (Brindisi).

EP, app., cc. 841-842.

A. de Mareuil (ed.), Lanza del Vasto, Parigi, Seghers, 1966; G. Roma, Lanza del Vasto, Lecce, ITES, 1971; D. Abignete, S. Tanzarella, Tra Cristo e Gandhi. L'insegnamento di Lanza del Vasto alle radici della nonviolenza, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2003; A. Albanese, E. Marinò (edd.), Un uomo un sogno: Lanza del Vasto, Copertino, Stamperia Desa, 2005; A. Fougère, C.H. Rocquet, Lanza del Vasto. Pellegrino della nonviolenza, patriarca, poeta, Milano, Paoline, 2006; A. Drago, P. Trianni (edd.), La filosofia di Lanza del Vasto. Un ponte tra Occidente ed Oriente, Milano, Jaca Book, 2009; A. Gianuario, Lanza del Vasto: un uomo in cammino, tesi di laurea, Università di Macerata, Facoltà di Scienze della Formazione, a.a. 2010-2011.