Langer Alexander

Professioni: Professore, uomo politico
Ambiti di produzione: Educazione popolare, pedagogia
Luoghi di attività: Trentino Alto Adige, Toscana, Lazio, Italia

Alexander Langer nacque a Sterzing/Vipiteno il 22 febbraio 1946. Il padre, Arthur, era un medico viennese, ebreo non praticante; la madre, Elisabeth Kofler, una farmacista tirolese. Alexander frequentò le scuole in lingua tedesca e si trasferì quindi nel 1964 a Firenze per frequentare la facoltà di Giurisprudenza dove incontrò Valeria Malcontenti (poi sposata nel 1984) e un gruppo di intellettuali e uomini di Chiesa che agirono sulla sua formazione come Giuseppe La Pira, Ernesto Balducci, Enzo Mazzi, Giorgio Spini, e don Lorenzo Milani (di cui tradusse in tedesco Lettera a una professoressa e Lettera ai cappellani militari toscani) che lo invitò abbandonare l'università per dedicarsi a colmare le distanze culturali fra ricchi e poveri. Il L. non lasciò gli studi, ma organizzò un doposcuola vicino a Scandicci frequentato soprattutto da figli di immigrati meridionali.

Di padre Balducci apprezzò soprattutto la «disponibilità a mettere in questione di fronte ai più giovani di lui il proprio ruolo di educatore» (Levi, p. 29). Partecipò attivamente all'esperienza della comunità dell'Isolotto di don Mazzi che si alimentava nel rapporto diretto con i ceti più poveri di Firenze. In particolare Alexander contribuì alla nascita del «Notiziario della Comunità dell'Isolotto», collaborando alla redazione, alla stampa e alla distribuzione del giornale. La vocazione educativa di Langer nacque proprio in quel contesto. Nel 1967 fondò (con S. Stuffer e J. Schmid) la rivista «Die Brücke» che si proponeva quale libera palestra di opinioni critiche e occasione di incontro tra i diversi gruppi etnici.

Dopo la laurea conseguita nel 1968 (nel 1972 conseguì una seconda laurea in Sociologia a Trento), il L. insegnò Storia e Filosofia nei licei di Bolzano e Merano dal 1968 al 1972, adottando uno stile diretto e anticonformista. Alla fine del 1970 entrò del gruppo politico di Lotta Continua, del cui giornale fu l'ultimo direttore, proponendosi di inserire l'esperienza sudtirolese in una dimensione più ampia. Dal 1975 al 1978 fu docente di Storia e Filosofia al XXIII liceo scientifico di Roma, ove incontrò varie difficoltà e fu più volte richiamato dalle autorità scolastiche.

Nel frattempo andò maturando la sua scelta culturale e politica ambientalista nella convinzione che la convivenza tra gli uomini vada di pari passo con la convivenza con la natura e con gli altri esseri viventi. Sempre più nettamente il L. affermò la necessità di educare all'ambiente, alla convivenza, al «limite» e ai consumi critici.

Nel 1989 fu eletto per la prima volta deputato al Parlamento europeo e divenne il primo presidente del neo-costituito Gruppo Verde europeo, poi nuovamente rieletto nel 1994. In questi anni fu particolarmente attivo non solo sul piano politico, ma anche come scrittore e militante: scrisse su grandi testate e su giornali locali e riviste di movimento, partecipò ad incontri e dibattiti, costruì relazioni con associazioni, organizzazioni, gruppi locali e con persone che già da tempo erano culturalmente a lui vicine come Ivan Illich e Wolfgang Sachs. Negli ultimi anni della sua vita, dedicò infine un impegno particolare alla costruzione della pace, occupandosi dei conflitti che stavano affliggendo i territori della ex-Jugoslavia, in particolare la Bosnia-Erzegovina.

Tutta l'esperienza del L. è percorsa da un filo rosso: l'attenzione agli altri e soprattutto a quelli con meno diritti e la necessità di lavorare per garantire la convivenza tra gli uomini e tra gli uomini e l'ambiente. La scelta ecologica gli consentì di estendere le giovanili prospettive di cambiamento: «il termine di riferimento divenne il futuro della biosfera considerata in tutte le sue componenti» (Levi, p. 128).

Degli ultimi anni è il Tentativo di decalogo per la convivenza interetnica, pubblicato per la prima volta nel marzo 1994 sulla rivista «Arcobaleno» di Trento. Il testo era strutturato in dieci punti, costituiti da altrettante proposizioni iniziali a cui seguivano le riflessioni esplicative ricche di esempi, di riferimenti concreti e di questioni lasciate aperte. Nel giugno 1995 al L. fu negata la candidatura come sindaco di Bolzano: si sentì tradito, abbandonato, proprio dal suo Sudtirolo. Circa un mese dopo, si tolse la vita, il 3 luglio 1995 nelle campagne di Pian de Giullari, vicino a Firenze.

[Alessandro Fiorucci]

Fonti e bibliografia: documentazione sul L. è depositata presso la Fondazione «A. Langer», Bolzano.

F. Capra, C. Spretnak, La politica dei verdi. Cultura e movimenti per cambiare il futuro dell'Europa e dell'America, con una prefazione di A. Langer, Milano, Feltrinelli, 1986; Lettera ad un consumatore del Nord, con presentazioni di A. Langer e A. Zanotelli, Bologna, Editrice missionaria italiana, 1990; R. Dall'Olio, Entro il limite. La resistenza mite in Alex Langer, Molfetta, La Meridiana, 2000; G. Francescato, In viaggio con l'Arcangelo, Rimini, IdeaLibri, 2000; M. Boato (ed.), Le parole del commiato. Alexander Langer dieci anni dopo. Poesie, articoli, testimonianze, Gardolo di Trento, Verdi del Trentino, 2005; G. Lerner, Tu sei un bastardo, Milano, Feltrinelli, 2007; F. Levi, In viaggio con Alex. La vita e gli incontri di Alexander Langer (1946-1995), Milano, Feltrinelli, 2007.