Ieralla Vittorio

Professioni: Educatore
Ambiti di produzione: Associazionismo, pedagogia speciale
Luoghi di attività: Friuli Venezia Giulia

Nato a Trieste il 3 agosto 1903, Vittorio Ieralla fu una delle figure più rappresentative nell'ambito nazionale e internazionale per quanto riguarda l'educazione dei sordi, la loro tutela giuridica ed il godimento dei diritti civili. Sordo a tre anni a causa di una meningite, venne iscritto nella scuola triestina per sordomuti (riaperta dal Comune dopo alterne vicende nel 1898) quando aveva sei anni. Poté contare sulle cure di un valoroso educatore, il maestro Giuseppe Calligaris (1868-1959), dal quale imparò a parlare con l'abilità di un udente.

Nel 1920, a 17 anni, lo I. fondò l'associazione «S. Giusto», ne divenne il presidente e mantenne questa carica fino al 1980. Fondò e diresse «La Voce del sordomuto» (1924-1939) e fu chiamato dal 1963 alla direzione de «La Settimana del sordo». Collaborò attivamente con la Federazione italiana delle associazioni dei sordomuti (FIAS) e l'Unione federativa sordomuti italiani (UFSI). Nel frattempo trovò lavoro presso l'Opera nazionale maternità e infanzia di Trieste (ONMI), ma presto dovette abbandonare questa sua attività a causa dei sempre più numerosi impegni nel mondo associativo dei sordomuti.

Quando nel 1951 venne costituita a Roma la Federazione mondiale dei sordi (WFD) fu chiamato per i suoi meriti ad assumerne la presidenza. Nel 1958 fu eletto all'unanimità presidente dell'Ente nazionale per la protezione e l'assistenza dei sordomuti (ENS), istituito da poco, incarico che mantenne fino alla sua scomparsa. Nel 1977 gli venne conferita la laurea honoris causa in Scienze sociali dall'università di Washington.

Per il presidente dei silenti triestino, educazione ed istruzione rappresentavano i mezzi prioritari per restituire ai sordi la pienezza della vita soggettiva e sociale. Non fu solo un abile ed efficace organizzatore di iniziative varie e di congressi nazionali ed internazionali sulla salvaguardia dell'infanzia, ma anche uno studioso di pedagogia speciale, attento e preparato. Le scuole per sordomuti non dovevano essere molto diverse dalle scuole pubbliche comuni, né i programmi di insegnamento ridotti e modificati. Bisognava però rispettare i tempi di apprendimento tipici dei bambini sordi ed insistere sui processi di concettualizzazione.

In questa prospettiva lo I. seguì con attenzione ogni innovazione educativa e didattica che potesse venire applicata con vantaggio ai bambini silenti. Operò contro l'analfabetismo dei sordi, una condizione questa che da sempre aveva inciso negativamente sul pieno godimento dei diritti civili dei non udenti e che la riforma del 1923, sebbene avesse reso obbligatoria la scuola per i disabili sensoriali, non era riuscita a contrastare. Sostenne, infine, con iniziative varie i Corsi di richiamo ed aggiornamento culturale di istruzione secondaria per la formazione professionale e l'inserimento lavorativo. Lo I. morì a Pordenone il 25 luglio 1982.

[Claudio Desinan]

Bibliografia: S. Corazza, La sezione ENS di Trieste, in A. Zuccalà, Cultura del gesto e cultura della parola. Viaggio antropologico nel mondo dei sordi, Roma, Meltemi, 1997, pp. 106-110; F. Zatini, I 60 anni di lavoro del Presidente più amato dai «Silenti Italiani», Roma, ENS, 1998; Centro nazionale documentazione informazione e storia dei sordi «V. Ieralla», La storia dell'Ente Nazionale Sordomuti. Il lungo cammino della Comunità Sorda Italiana, Roma, ENS, 2004; F. Zatini, 25 anni mai senza Vittorio Ieralla nel cuore dei Sordi Italiani, in «Newsletter della storia dei sordi», 25 luglio 2007.