Assarotti Ottavio Giovanni Battista

Professioni: Sacerdote, educatore
Ambiti di produzione: Pedagogia speciale, Scolopi
Luoghi di attività: Liguria

Ottavio Assarotti nacque a Genova il 25 ottobre 1753. Entrato nel 1771 tra gli Scolopi, dopo avere completato gli studi teologici ad Albenga e Genova, fu applicato, tra il 1777 e il 1804, all'insegnamento della Grammatica e, in seguito, della Logica e Fisica e della Teologia nelle Scuole pie di Albenga, Savona e Genova. Dal 1804, abbandonata la scuola, A. si dedicò soprattutto all'istruzione ed educazione dei sordomuti del capoluogo ligure.

Tale impegno era maturato in lui fin da quando era entrato in rapporto con l'abate francese Ch.-M. de l'Épée, pioniere dell'educazione e istruzione speciale in Francia, fondatore e primo direttore del prestigioso Istituto dei sordomuti di Parigi; e, dopo la morte di questi, con il suo discepolo e continuatore A.-R. Sicard, alla cui scuola aveva maturato le sue conoscenze e competenze metodologiche.

Nel 1801 l'A. aveva aperto una scuola privata per fanciulli sordomuti, la quale, di lì a qualche anno, grazie ai risultati ottenuti, resi noti da una serie di pubblici saggi degli allievi, fu eretta, per volontà di Napoleone Bonaparte, a Istituto nazionale dei sordomuti, dotata finanziariamente e collocata in una nuova sede presso l'ex convento delle Brigidine di Genova.

Qui in qualità di direttore dell'Istituto, e grazie anche al contributo dei suoi più stretti collaboratori, tra i quali Eustachio Degola, L.A. De Scalzi, F.M. Carrega e L. Boselli, l'A. introdusse il cosiddetto metodo mimico e la dattilologia, utilizzati già in Francia dal de l'Épée e, in particolare, predispose per gli allievi, destinati a crescere notevolmente di numero nel giro di pochi anni, un piano di studi ricco e articolato. Esso prevedeva infatti, oltre al leggere e allo scrivere, all'istruzione religiosa e alla formazione grammaticale e letteraria, anche molteplici cognizioni riguardanti le lingue straniere moderne, le scienze e le arti.

Ben presto nota, l'esperienza dell'A. non solo raccolse l'apprezzamento di numerosi visitatori dell'Istituto ( Enrico Mayer, Madame de Staël, Tommaso Pendola, Severino Fabriani e altri), ma divenne un vero e proprio modello e punto di riferimento per altre analoghe istituzioni (Siena, Modena, Torino, Napoli ecc.) della penisola.

Anche all'indomani della Restaurazione l'A. poté contare sul pieno appoggio del governo sabaudo, come testimonia il fatto che tanto Vittorio Emanuele I, quanto il suo successore Carlo Felice incoraggiarono e sostennero sotto il profilo economico l'istituzione genovese, alla quale conservarono i privilegi ottenuti in epoca napoleonica.

Legato ai circoli giansenisti liguri e fautore di un profondo rinnovamento religioso e spirituale, l'A. incontrò non poche resistenze e difficoltà per i suoi scritti teologici e spirituali, ai quali fu negato l'imprimatur, che, specie all'indomani della Restaurazione, gli alienarono le simpatie della gerarchia ecclesiastica e di tanta parte del clero genovese e ligure, come anche della Curia romana. Nel 1813 fu chiamato a insegnare all'Accademia imperiale di Genova riordinata da Napoleone, ma proprio le idee politiche e religiose da lui professate durante la dominazione francese fecero sì che tale incarico non gli fosse rinnovato nel periodo successivo. L'A. morì a Genova il 24 febbraio 1829.

[Roberto Sani]

Fonti e bibliografia: DBI, vol. IV, pp. 433-434; EC, vol. II, p. 158; EI, vol. IV, p. 984; EP, vol. I, coll. 1072-1075; PE, p. 39; E. De Tipaldo, Biografia degli italiani illustri nelle scienze, lettere ed arti, Venezia, Tip. di Alvisopoli, 1834, vol. I, pp. 152-168; E. Codignola (ed.), Carteggi di giansenisti liguri, Firenze, F. Le Monnier, 1941-1942, vol. I, pp. CCXLVIII-CCLI; vol. II, passim; vol. III, pp. 47-94.

L. Boselli, Sui sordomuti, sulla loro istruzione e il loro numero. Memoria, Genova, Tip. Y. Gravier, 1834; Il P. Assarotti e l'Istituto dei Sordomuti in Genova. Alfabeto Manuale Genovese e Metodo di insegnamento, in «Magazzino pittorico universale», 1834, pp. 49-67; L. Grillo, Elogi di liguri illustri, Genova, Tip. dei F.lli. Ponthenier, 1846, vol. III, pp. 169-187; T. Pendola, Le istituzioni dei sordomuti in Italia, Siena, Tip. Porri, 1867, pp. 27-31; S. Monaci, Storia dell'Istituto nazionale pei sordomuti in Genova, Genova, Tip. Sordomuti, 1901; L. Picanyol, Il primo apostolo dei sordomuti in Italia. P. Ottavio Assarotti delle Scuole Pie. Monografia storica, Roma, Curia generalizia Scuole Pie, 1941; R. Sani (ed.), L'educazione dei sordomuti nell'Italia dell'800. Istituzioni, metodi, proposte formative, Torino, SEI, 2007, ad indicem.