Gozzano Guido

Professioni: Scrittore
Ambiti di produzione: Letteratura italiana, letteratura per l'infanzia
Luoghi di attività: Piemonte, Italia

Guido Gozzano nacque a Torino il 19 dicembre 1883. Considerato tradizionalmente il principale esponente del crepuscolarismo, lo scrittore e poeta torinese è stato in realtà qualcosa di più e di altro: è il poeta anticipatore della matura coscienza della crisi novecentesca, attraversa D'Annunzio e se ne distacca, parla del tranquillo mondo borghese e provinciale e lo «falsifica» rendendolo godibile proprio perché «fabbricato» con l'ironica consapevolezza dell'obsolescenza, «gioca» con uno stile che pare «d'uno scolare/corretto un po' da una serva», ma fin da una prima lettura rende evidente che i suoi versi sono densi di raffinata e ironica sapienza letteraria.

Un autore del genere, curioso e disponibile al nuovo (attento al nuovo mezzo cinematografico sviluppò nel 1911 da una sua poesia per bambini un soggetto cinematografico, Solo al mondo, la storia di Piccolino, andato purtroppo perduto), non poteva non guardare con interesse alla letteratura per l'infanzia e a ciò che di originale questa rappresentava nel panorama del primo '900 grazie anche alla rivoluzione grafica e «tecnica» del liberty.

Nel periodo in cui attendeva alla pubblicazione di I Colloqui (1911), sua seconda raccolta di versi (la prima, La via del rifugio, era uscita nel 1907), pubblicò sul «Corriere dei piccoli» e sul settimanale cattolico torinese «Adolescenza» un gruppo di fiabe e novelle scritte appositamente per l'infanzia; nel 1914 riunì in volume con le illustrazioni di Antonio Rubino (I tre talismani) sei fiabe e altre sei, da lui sistemate, apparvero poco dopo la sua morte (La principessa si sposa, 1917), dando il via alla notevole fortuna dei suoi testi presso i lettori più giovani a prescindere anche da quei versi d'occasione scritti per celebrare festività religiose di cui la scuola elementare fu sempre «ghiotta» (come non ricordare quel «Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!/Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei...» mandato a memoria da intere generazioni).

Non v'è dubbio, infatti, che l'originalità maggiore nei testi del G. destinati all'infanzia si riscontri nelle fiabe giocate fra tradizione e innovazione, fra presenza di elementi tipici dei racconti popolari (animali mostruosi, fate, gnomi, maghi, orchi, principi e principesse, re e regine) e vicende non riducibili agli schemi classici della fiaba.

I suoi personaggi bizzarri, che toccano sicuramente le corde dell'immaginazione giovanile, mescolano l'impossibile della fiaba e il grottesco allegorico del Trittico delle delizie del pittore fiammingo Hieronymus Bosch a un più moderno gusto surrealistico, ma ciò che maggiormente colpisce è la straordinaria attenzione che il G. presta al linguaggio: «impreziosisce» stilisticamente i testi, usa «squisitezze» linguistiche, si muove all'interno di un vocabolario raffinato ben lontano dal linguaggio povero e spontaneo dell'oralità popolare e anche in questo consiste l'originalità delle sue fiabe, «ambigue» quanto basta per consentire ai lettori uno spazio di intervento, una voglia di continuazione. Il G. morì a Torino il 9 agosto 1916.

[Pino Boero]

Bibliografia: G. Gozzano, La moneta seminata e altri scritti, a cura di F. Antonicelli, Milano, Scheiwiller, 1968, pp. 7-20; H. Martin, Guido Gozzano, Milano, Mursia, 1971, pp. 301-309; C'era una volta...Guido Gustavo Gozzano. Fiabe, poesie, figure, a cura di P. Vagliani e C. Zoccola, Torino, Regione Piemonte-Comune di Agliè-Fondazione «Colonnetti», 1983; P. Boero, C. De Luca, Letteratura per l'infanzia, Roma-Bari, Laterza, 2009, pp. 105-109.