Gonella Guido

Professioni: Uomo politico, ministro P.I.
Ambiti di produzione: Movimento cattolico, politica scolastica
Luoghi di attività: Veneto, Italia

Guido Gonella nacque in Verona il 18 settembre 1905. Laureato nel 1928 in Filosofia presso l'Università Cattolica e nel 1933 in Giurisprudenza nell'ateneo romano, si formò negli ambienti intellettuali dell'Azione cattolica, prima nella sua città, poi a Roma ove, a partire dal 1929, si inserì nel gruppo fucino di mons. Giovan Battista Montini.

Nel 1933 iniziò la collaborazione con «L'Osservatore romano» con una rubrica, «Acta diurna», presto assai nota e popolare in quanto una delle pochissime aree di indiretta critica al regime restate in Italia. Il G. pagò a caro prezzo il suo antifascismo: nonostante il conseguimento della libera docenza, il sostegno del suo maestro Giorgio Del Vecchio e numerose pregevoli pubblicazioni di Filosofia del diritto, restò sempre ai margini della vita universitaria.

Entrato in grande familiarità con Alcide De Gasperi, allora esiliato in Vaticano, fu uno dei principali animatori del partito della Democrazia cristiana costituita in Roma nel 1944. A lui si deve la stesura del Programma della Dc per la Costituzione con la quale fu aperto nell'aprile 1946 il primo congresso nazionale del partito di ispirazione cristiana. Quella relazione rappresentò un significativo contributo ai lavori dell'Assemblea Costituente, in quanto molte delle tesi espresse furono riprese dai costituenti cattolici.

Limitato fu invece il contributo diretto di G. all'elaborazione operativa della Costituente in quanto impegnato dal luglio di quello stesso 1946 in attività di governo in qualità di ministro della P.I., incarico retto ininterrottamente fino al luglio 1951 (la documentazione nei tre volumi Cinque anni al Ministero della pubblica istruzione. Contributi alla storia della scuola italiana, 1981).

L'incarico al G. fu accolto con diffidenza se non proprio da ostilità e velenosi sospetti dagli ambienti laici e di sinistra (al momento della nomina Benedetto Croce, ad esempio, aveva parlato di una «mancanza di opportunità» nel senso che meglio sarebbe stato se in quell'incarico fosse stato designato un uomo politico di tradizione laica) nel timore del ridimensionamento della scuola statale a vantaggio di quella gestita dai privati, in specie le scuole confessionali.

Il G. si trovò a dover affrontare contemporaneamente numerosi problemi: provvedere alla ricostruzione delle scuole devastate dagli eventi bellici, promuovere la piena scolarizzazione almeno degli allievi in età 6-14 anni, combattere l'analfabetismo adulto, riordinare la scuola secondo i princìpi della Costituzione repubblicana. I dati relativi alla sua attività di ministro documentano l'efficacia della sua azione: la spesa per l'istruzione in pochi anni passò dal 6,5% del bilancio generale dello Stato del 1946 al 9,3% del 1951; gli alunni scolarizzati nell'età dell'obbligo salirono dal 74,1% dell'anno scolastico 1945-46 all'85% del 1951; il rapporto maestro/allievi nella scuola elementare si ridusse da 1/33 a 1/26; la quota di iscritti agli secondari di I e II grado raggiunse il 23,7% contro il 19,9% di cinque anni prima.

Questi dati dimostrano che, contrariamente a quanto temuto dai settori politici e intellettuali raccolti nel gruppo della cosiddetta «protesta laica» ( Ernesto Codignola, Guglielmo Pepe, Giuseppe Petronio), l'uomo politico veronese non mise mano allo smantellamento della scuola di Stato a favore delle scuole non statali. Gli iscritti a queste ultime, escluse quelle materne, tra il 1946 e il 1951 diminuirono dal 24% al 19% circa, nonostante i numerosi riconoscimenti in attuazione delle norme definite dal ministro Giuseppe Bottai sul finire degli anni '30.

Minor fortuna incontrò il G. nel suo progetto di dare alla scuola italiana una complessiva riforma in linea con la nuova realtà sociale e politica del dopoguerra. Tra il 1947 e il 1949 il ministro promosse una vasta inchiesta sullo stato reale e sul futuro della scuola italiana allo scopo di trovare alcuni princìpi condivisi intorno riordinare il sistema d'istruzione. I risultati dell'inchiesta documentarono una realtà piuttosto conservatrice e, in genere, più arretrata rispetto alle posizioni di alcuni autorevoli centri di riflessione politico-scolastica e pedagogica come l'Università Cattolica di Milano, alcune associazioni di insegnanti (l'UCIIM in particolare), la rivista «Scuola e città». Basti dire che, nonostante il gran parlare di una scuola aperta a tutti, anche a livello di scuola elementare la funzione formativa non era mai disgiunta da quella selettiva.

Nel perseguire il progetto di riforma, l'uomo politico veronese dovette fare i conti con una realtà politica poco favorevole, attaccato non solo da sinistra e da ampi settori dell'intellettualità di formazione azionista, ma anche criticato da quei settori cattolici che perseguivano il disegno dell'ampliamento degli spazi per l'iniziativa non statale e la contestuale riduzione delle scuole statali («La Civiltà cattolica», padre Agostino Gemelli, l'associazionismo delle scuole cattoliche).

L'azione del G. fu inoltre vista con diffidenza dall'alta burocrazia ministeriale che riteneva l'assetto della scuola italiana disegnato nel 1923 ancora più che idoneo a rispondere alle esigenze anche della società democratica. Dopo una lunga e travaglia gestazione il progetto fu infine messo a punto tra la fine del 1950 e l'inizio del 1951, pochi mesi prima dell'uscita di G. dal ministero, ma subito lasciato decadere.

Negli anni successivi il G., abbandonata la politica scolastica, fu ben presto assorbito da altri importanti incarichi: la segreteria generale della Democrazia cristiana (1950-1953), il ministero di Grazia e Giustizia (ricoperto più volte tra il 1957 e il 1973), la presidenza della commissione per la riforma del Concordato fra la S. Sede e l'Italia, la vicepresidenza del Parlamento europeo. Il G. morì il 19 agosto 1982 a Nettuno (Roma).

[Giorgio Chiosso]

Fonti e bibliografia: Istituto «L. Sturzo», Roma, fondo Gonella.

DSMCI, aggiornamento, pp. 335-339

L. Ambrosoli, La scuola in Italia dal dopoguerra ad oggi, Bologna, il Mulino, 1982, pp. 31-54; G. Chiosso, I cattolici e la scuola dal dopoguerra al centro sinistra, Brescia, La Scuola, 1987, pp. 17-115; A. Gaudio, La politica scolastica dei cattolici. 1943-1953. Dai programmi all'azione di governo, Brescia, La Scuola, 1991, pp. 113-137; G. Bertagna, A. Canavero, A. D'Angelo, A. Simoncini (edd.), Guido Gonella tra Governo, Parlamento e Partito, Soveria Mannelli, Rubettino-Istituto Luigi Sturzo, 2 voll., 2007; A. Scotto di Luzio, La scuola degli Italiani, Bologna, il Mulino, 2007, pp. 283-331.