Arrivabene Giovanni

Professioni: Uomo politico, educatore
Ambiti di produzione: Economia, educazione infantile, istruzione popolare, politica scolastica
Luoghi di attività: Lombardia, Italia

Giovanni Arrivabene nacque a Mantova il 21 gennaio del 1787, figlio del conte Alessandro e di Adelaide Malaspina della Bastia. Personalità dai molteplici interessi, di sentimenti liberali, ebbe vita errabonda fin dagli anni giovanili quando la famiglia durante l'occupazione napoleonica fu costretta a esiliare a Lione. Dopo il rientro in patria visitò la scuola bresciana di Giacinto Mompiani e fondò nei suoi possedimenti a Zaita, presso Mantova, una scuola di mutuo insegnamento, di sistema lancasteriano, frequentata da circa duecento fanciulli che fu tuttavia chiusa nel 1821 dalle autorità austriache per via delle idee liberali dell'A.

In relazione con Porro Lambertenghi, Federico Confalonieri e Silvio Pellico, l'A. venne arrestato con l'accusa di essere un carbonaro e fu rinchiuso nel carcere di Venezia con Pietro Maroncelli, ma assolto nel dicembre 1821 poiché la polizia austriaca non riuscì a trovare le prove della sua colpevolezza. Il nobile mantovano iniziò quindi a peregrinare per l'Europa: fu prima in Svizzera, poi a Londra dove approfondì gli studi economici e quindi nel 1827 ospite in Belgio dei conti Arconati dove fu in relazione con Claude Fauriel e Giovanni Berchet.

L'anno successivo uscì a Lugano il primo volume dell'opera intitolata Di varie società e istituzioni di beneficenza in Londra in cui l'autore affrontava anche il tema delle scuole infantili osservate in Inghilterra. Seguirono un secondo volume (1832), la traduzione degli Elementi di economia politica di James Mill e il breve saggio Considérations sur les principaux moyens d'améliorer le sort des classes ouvrières. Nel 1838 l'imperatore Ferdinando concesse all'A. l'emigrazione legale e la revoca del sequestro dei beni. Naturalizzato cittadino belga, l'A. continuò a cooperare in favore delle sorti italiane, mantenendosi in corrispondenza con molti amici. Si occupò di economia, del miglioramento delle condizioni dei lavoratori e di istruzione popolare.

Nel 1859 l'A. tornò infine in Italia e l'anno seguente fu nominato senatore. Sono di questi anni le opere che ne ripercorrono il vissuto patriottico: Memorie di un esule e Intorno ad un'epoca della mia vita, memorie, del conte Giovanni Arrivabene, opera di notevole successo tradotta in francese e tedesco. Nominato presidente della Società di economia politica in Italia, lasciò scritti intesi a diffondere l'istruzione popolare (ved. il saggio Educazione popolare apparso sulla «Rivista contemporanea») Nel 1866 ritornò dopo 45 anni di assenza nella sua città natale e fu nominato consigliere provinciale a Mantova.

Sensibile alle tematiche di carattere sociale si occupò di mendicità e vagabondaggio, di tutela delle classi lavoratrici e si fece promotore della fondazione di asili rurali, descrivendo nello scritto Asilo rurale infantile del Castelletto in comune di Roncoferraro provincia di Mantova l'apertura della scuola infantile da lui stesso fondata per ospitare circa sessanta fanciulli. L'A. si spense nella città natale all'età di 94 anni l'11 gennaio 1881.

[Valentina Chierichetti]

Fonti e bibliografia: documentazione sull'A. è conservata in AS, Milano, Processi politici, cc. 9-10, 12, 34, 35 e 90; C. Arconati-Visconti, L'esilio di Giovanni Arrivabene e il carteggio di Costanza Arconati. 1829-1836, Mantova, Tip. Operaia, 1966.

DBI, vol. V, pp. 325-327; PE, 1939, p. 34; M. Rosi, Dizionario del Risorgimento nazionale Milano, Vallardi, 1930, vol. II, pp. 117-118; Enciclopedia biografica e bibliografica italiana, Milano, Tosi, 1941, vol. II, pp. 71-72.

S. Cognetti De Martiis, Economisti contemporanei italiani: Giovanni Arrivabene in «Giornale degli economisti», 1875, n. 4, pp. 302 -314; n. 5, pp. 374-384; M. Battistini, Esuli e viaggiatori italiani in Belgio, in «Nuova rivista storica», 1932, p. 378; J. Van Nuffel, Giovanni Arrivabene nell'esilio, in «Atti e memorie dell'Accademia Virgiliana», 1954, pp. 43-63; Id., Giovanni Arrivabene economista e patriota, ivi, 1968, pp. 123-158; Id., Giovanni Arrivabene et les premières tentatives de colonisation, in «Bulletin des Séances», 1964, pp. 707-733.