Glavina Andrea

Professioni: Maestro, amministratore pubblico
Ambiti di produzione: Cultura locale
Luoghi di attività: Istria

Nato a Valdarsa (Susneviza in istrorumeno e Raša in croato), località posta tra Pola e Fiume, sotto la collina di Albona, il 30 novembre 1885 da Matteo e Lucia Vodopia, entrambi di umili origini, Andrea Glavina fu il più illustre rappresentante di quella comunità rumena, i «cici», che si era rifugiata in Istria nel lontano XVI secolo per sfuggire alle incursioni ottomane e che oggi è quasi scomparsa. Claudio Magris l'ha definita «la più piccola minoranza europea», composta da pastori, carbonai e trasportatori di sale. Da essa sarebbero comunque venute figure di rilievo, come Antonio Sema, «el mestro (sic) de Piran».

L'attività del G. fu interamente mirata alla difesa della minoranza rumena e di una lingua che, secondo Ireneo della Croce, nel 1689 era in uso anche nel Carso triestino. Ragazzo di vivo ingegno, il G. fu portato dal prof. Burada, linguista romeno, in Romania perché imparasse la lingua locale e studiasse la linguistica neolatina. Nel 1901 rientrò in Istria, ottenne la licenza all'insegnamento della lingua italiana e della lingua rumena, il cui uso si era oramai ristretto alle sole vallate sotto il Monte Maggiore, e iniziò ad Albona la sua lunga attività di insegnante.

Conclusa la Grande guerra, quando nel 1918 l'Istria venne annessa all'Italia, si spostò nelle povere località istrorumene, dove condusse una lunga battaglia per ottenere l'autorizzazione ad aprire a Valdarsa la prima ed unica scuola istrorumena in Istria (1921). La scuola rimase operativa fino al 1947, quando il governo jugoslavo ne ordinò la chiusura, perché non in linea con il progetto politico di assimilazione delle minoranze linguistiche.

Nel ruolo di sindaco di Valdarsa il G. volle che il Comune assumesse come proprio simbolo la Colonna Traiana, perché «Roma è la nostra madre e la Romania la nostra sorella», così come aveva scritto nel suo Inno istrorumeno (1922). In qualità di amministratore svolse un'intensa attività sociale ed economica, sostenendo i progetti per la bonifica del bacino del fiume Arsa e migliorando l'utilizzo della locale miniera di carbone. La morte prematura gli impedì di vedere la realizzazione di questi progetti che, comunque, furono messi in opera più tardi.

Nel 1905 pubblicò il Calendar lu Rumen din Istria (1905), florilegio di proverbi e racconti istrorumeni di educazione popolare e testo di lettura per ragazzi. I suoi scritti sono stati raccolti dalla moglie Fiorella in Promemoria e Lettere. Il G. morì, appena quarantenne, il 9 febbraio 1925, a Sesano (Pola).

[Claudio Desinan]

Bibliografia: E. Curtis, La lingua, la storia, le tradizioni degli istroromeni, Strasburgo, Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, 1992, pp. 6-13; C. Magris, Cici. Il piccolissimo popolo, in «Corriere della Sera», 7 novembre 1995; N. Feresini, Il Comune istro-romeno di Valdarsa, Trieste, Edizioni Italo Svevo, 1996; A. Fares, L'Opera di Glavina per conservare la radice di una lingua. Minoranza Neolatina. Chi sono gli Istro-romeni, in «L'Arena di Pola», 23 gennaio 1999.