Gargiolli Carlo

Professioni: Bibliotecario, professore, direttore, funzionario ministeriale
Ambiti di produzione: Letteratura italiana
Luoghi di attività: Toscana, Lazio, Marche, Veneto

Carlo Gargiolli nacque a Firenze il 24 gennaio 1840 da Girolamo, consigliere di Stato del Granducato di Toscana, e Giuseppa Sarteschi. Compiuti gli studi classici presso i padri Scolopi, nel 1857 si iscrisse ai corsi di Filologia e Filosofia dell'università di Pisa e in seguito alla Scuola normale superiore. Qui allacciò rapporti con Giosué Carducci, il quale cominciò ad avvalersi del suo aiuto per le trascrizioni di materiali e fonti conservate presso le biblioteche fiorentine. Si avviò in questa maniera un rapporto di stima e amicizia destinato a protrarsi nel tempo.

Dopo la laurea conseguita il 18 giugno 1861, il G. cominciò, anche grazie all'intermediazione proprio del Carducci, a collaborare con l'editore fiorentino Barbèra, presso il quale curò l'edizione di svariati testi antichi. La soda competenza in ambito filologico gli aprì quindi le porte della Biblioteca Mediceo-Laurenziana di Firenze. L'istanza al Ministero, avanzata due anni più tardi, per l'incarico di secondo aiuto alla Nazionale non venne invece accolta.

Fu probabilmente l'assenza di reali prospettive in questo ambito a spingere il filologo toscano ad entrare nel mondo della scuola: nel febbraio 1869 cominciò a insegnare Lettere italiane presso il liceo di Piacenza. Nel capoluogo emiliano, dove ricevette anche l'incarico della direzione didattica delle scuole elementari, pubblicò un volumetto di didattica (Del metodo naturale nell'insegnamento primario, 1873, poi riedito nel 1879). Qui, inoltre, conobbe Dafne Nazari, con cui convolò a nozze nell'ottobre 1876 e da cui ebbe cinque figli. Donna di nobili origini e di raffinata bellezza, Dafne fece invaghire numerosi uomini e a lei il Carducci dedicò svariate composizioni.

Chiamato al ministero della P.I. nel 1875, il G. passò poi a reggere gli uffici scolastici provinciali di Ancona e Pesaro, prima di essere trasferito a Verona nel 1880. Furono questi gli anni in cui più intense si fecero le frequentazioni col Carducci, spesso ospite nella villa dei coniugi G. nella cittadina scaligera. Fu il legame di amicizia con il G. e, forse, il desiderio di esaudire la volontà di Dafne di avvicinarsi a Roma o di tornare in Toscana che indusse il poeta a sollecitare con urgenza i vertici ministeriali, in particolare Ferdinando Martini, ad affidare al G. un incarico di responsabilità presso la Nazionale di Firenze o un analogo istituto della capitale. L'epistolario del Carducci è a questo proposito emblematica testimonianza della frequenza e dell'energia con cui caldeggiò un intervento del Ministero.

I voti del poeta toscano furono esauditi nel 1884, quando il G. fu nominato direttore della Biblioteca Casanatense in Roma. Fu tuttavia un'esperienza molto sfortunata in quanto, a causa del temporaneo smarrimento di un antico codice, poi ritrovato in una collocazione differente dall'originale, il ministero accusò di scarso controllo il G. e lo rimosse dall'incarico, nonostante l'accanita difesa perorata dal Carducci.

Lo studioso fiorentino nel marzo 1886 fu nuovamente trasferito in Veneto, stavolta nelle vesti di provveditore agli studi in Padova. L'amarezza per la vicenda dovette tuttavia segnarlo profondamente. Il G. morì infatti a Padova il 9 agosto 1887 non ancora cinquantenne.

[Fabio Targhetta]

Fonti e bibliografia: G. Toffanin jr., Cent'anni in una città (schedario padovano), Padova, Rebellato, 1973, p. 124.

A. Benedetti, Carlo Gargiolli, sfortunato bibliotecario protetto da Carducci, in «Culture del testo e del documento», 2010, n. 32, pp. 103-118.