Galdi Matteo Angelo

Professioni: Uomo politico
Ambiti di produzione: Pedagogia, politica scolastica
Luoghi di attività: Campania

Matteo Angelo Galdi nacque a Coperchia di Pellezzano (Salerno) il 5 ottobre 1765. Compiuti i primi studi a Salerno, nel 1785 si trasferì a Napoli, dove frequentò la facoltà di Giurisprudenza fino al 1787, senza tuttavia conseguire la laurea. Qui entrò in contatto con ambienti intellettuali vicini a Gaetano Filangieri e Mario Pagano, accostandosi alle dottrine dell'illuminismo francese. Entrato nella società segreta «Lomo» (Libertà o Morte), il G. fu coinvolto nei processi del 1794. Sebbene toccato marginalmente, dovette scegliere la via dell'esilio che lo portò a Tolone.

Ottenuta la cittadinanza francese nel 1795, intraprese la carriera militare, arrivando presto al grado di capitano. L'anno seguente, nominato segretario di Baraguay d'Hilliers, luogotenente di Napoleone Bonaparte a Milano, si trasferì nel capoluogo lombardo. In questi anni il G. si impegnò in un'intensa attività culturale volta alla promozione del progresso civile e dell'educazione del popolo, sia come membro della Società di pubblica istruzione, della quale entrò a far parte nel gennaio del 1797, sia attraverso la stampa. Il G., infatti, non solo collaborò con diversi giornali politici e culturali, ma fondò le «Effemeridi repubblicane» nel 1796 e, l'anno seguente, il «Giornale dei patrioti d'Italia».

In questo stesso biennio portò a termine numerosi scritti di carattere politico, economico e giuridico, in particolare la memoria Necessità di stabilire una repubblica in Italia, il saggio intitolato Dei rapporti politico-economici fra le nazioni libere e il Discorso sui rapporti politico-economici dell'Italia libera con la Francia e col resto dell'Europa.

Di poco posteriore a questi scritti lavori è la pubblicazione del Saggio d'istruzione pubblica rivoluzionaria (1798). Il trattato educativo, per lungo tempo considerato un'opera minore del G., è stato rivalutato e portato alla giusta attenzione degli studiosi grazie agli studi di Delio Cantimori e di altri storici del giacobinismo. L'opera si iscrive all'interno dell'ampia e variegata pubblicistica dedicata ai temi dell'educazione e dell'istruzione pubblica prodotta durante il triennio rivoluzionario 1796-1799 e propone un programma democratico da realizzare mediante la generalizzazione dell'istruzione, in linea con le posizioni coeve di Girolamo Bocalosi e Vincenzo Russo, e incentrato su un concetto di educazione proprio della cultura rivoluzionaria.

Nel 1798, in seguito al colpo di Stato operato dall'ambasciatore francese François Rivaud du Vignaud su incarico del Direttorio, allo scopo di formare un governo cisalpino moderato e di limitare la libertà di stampa, il G. finì per un breve periodo in carcere. Egli fu presto riabilitato e nominato agente diplomatico della Repubblica Cisalpina presso quella Batava, dove rimase fino al 1808. A questa esperienza va ricondotto il saggio Quadro politico delle rivoluzioni delle provincie Unite e della repubblica Batava e dello stato attuale del Regno d'Olanda (1809).

Con l'avvento sul trono di Napoli di Gioacchino Murat, il G. fu chiamato a prendere parte alla Commissione di statistica e, subito dopo, impegnato in vari incarichi amministrativi in Molise e in Calabria. A questo periodo risalgono altre riflessioni di carattere pedagogico con lo scritto Pensieri sull'istruzione pubblica relativamente al regno delle Due Sicilie (1809). In esso era delineato un organico piano d'istruzione pubblica del Meridione, partendo dalle scuole primarie fino a quelle «trascendentali» (le Università), prendendo in esame tutti gli aspetti della questione (orario e calendario scolastico, libri di testo, materie e programmi di studio, edilizia, igiene ecc.).

Durante il governo murattiano il G. fu nominato direttore generale della P.I. (1812) e, in questa veste, si impegnò nella diffusione e nel rinnovamento dell'istruzione pubblica delle province meridionali, impostando un sistema scolastico che restò, almeno per quanto riguardò l'impianto, invariato fino al 1860.

Anche dopo la Restaurazione lo studioso campano restò a operare nel campo dell'istruzione: chiamato da Ferdinando IV a presiedere la Giunta superiore di P.I. istituita per procedere al riordino degli studi, nel 1820 ottenne la direzione della biblioteca dell'università.

Dopo la breve parentesi costituzionale del 1820, nel corso della quale fu eletto deputato e subito dopo presidente del Parlamento, afflitto da tempo da gravi problemi di salute, si ritirò a vita privata e poco dopo morì a Napoli, il 31 ottobre 1821.

[Elisabetta Patrizi]

Fonti e bibliografia: DBI, vol. LI, pp. 374-376; EP, vol. III, cc. 5250-5251.

M. Orza, La vita e le opere di Matteo Angelo Galdi. Con appendice di lettere diplomatiche inedite, Napoli, Tip. sordomuti, 1908; F. Galdi, Una grande figura della storia del nostro Risorgimento Nazionale: Matteo Angelo Galdi, in «Rivista di cultura», 1934, n. 11-12, pp. 382-400; F. Zerella, La riforma scolastica di Matteo Galdi, Milano-Genova-Roma, Ed. Dante Alighieri, 1936; D. Cantimori, Matteo Angelo Galdi, in Giacobini italiani, Bari-Roma, Laterza, 1956, vol. I, pp. 439-443 (con il testo del Saggio d'istruzione pubblica rivoluzionaria, pp. 223-251); R. De Felice, «Istruzione pubblica» e rivoluzione nel movimento repubblicano del 1796-1799, in «Rivista storica italiana», 1967, n. 4, pp. 1144-1163; A. Broccoli, Educazione e politica nel Mezzogiorno d'Italia (1767-1860), Firenze, La Nuova Italia, 1968, pp. 62 e ss; R. Sani, Educazione e istituzioni scolastiche nell'Italia moderna (secoli XV-XIX), Milano, ISU Università Cattolica, 1999, pp. 299-318.