Fucini Renato

Professioni: Scrittore, professore
Ambiti di produzione: Letteratura italiana, letteratura per l'infanzia
Luoghi di attività: Toscana, Campania

Renato Fucini nacque a Monterotondo, frazione di Massa Marittima, l'8 aprile 1843 da David e Giovanna Nardi. Il padre, medico a Monterotondo poi a Piombino, carbonaro e anticlericale, partecipò ai moti liberali del 1848 e per questo perse il posto. Fu così costretto a trasferirsi a Livorno dove esercitò la libera professione. Nel frattempo il piccolo Renato cominciò la scuola di grammatica, avendo a maestro G. Taddeini del quale poi ricorderà i metodi di insegnamento brutali e antiquati.

Un trattamento migliore ricevette nella scuola dei Barnabiti di S. Sebastiano dove poté fruire di un'istruzione più accurata, appassionandosi alla lettura di Ariosto, Tasso e dei romanzi storici di D'Azeglio e Grossi. Qui apprese anche i fondamenti della pittura e del disegno, interessi che coltivò negli anni successivi sia in forma personale sia con assidui contatti con numerosi artisti. Il F. partecipò quindi all'entusiasmo per le imprese garibaldine e si iscrisse alla facoltà di Medicina dell'università di Pisa che tuttavia lasciò ben presto, optando per la licenza agraria.

Impiegato presso il comune di Firenze, nel capoluogo toscano il F. iniziò a frequentare i circoli cittadini letterari e artistici. Fu in questo contesto che si andò delineando la figura letteraria di Neri Tanfucio (pseudonimo anagrammatico di Renato Fucini) che avrebbe voluto essere l'incarnazione dell'arguzia e dello spirito di osservazione popolari. Nel 1872 pubblicò Cento sonetti in vernacolo pisano e successivamente raccolse nelle Poesie di Neri Tanfucio la sua produzione poetica, poi ampliata sino al 1920.

Perso l'impiego in seguito al trasferimento della capitale a Roma, il F. riuscì a ottenere la nomina a insegnante di Italiano nella scuola tecnica di Pistoia, intensificando nel contempo l'attività di prosatore e raccogliendo poi la maggior parte delle sue prove nelle Veglie di Neri, una delle opere più felici della letteratura regionalista del secondo '800.

Nel 1877, soggiornò a Napoli su invito di Pasquale Villari, allora influente personalità ministeriale, per studiare le condizioni delle classi povere: da queste osservazioni e riflessioni, condotte con l'aiuto di Giustino Fortunato, nacque poi Napoli ad occhio nudo. Lettere ad un amico. Poco dopo fu chiamato a svolgere il compito di ispettore delle scuole pubbliche per il circondario di Pistoia, incarico che gli servì sia per conoscere meglio il territorio sia per attingere a nuove figure e caratteristiche di personaggi. Rifiutata la nomina a provveditore agli studi nella provincia di Massa Carrara, si trasferì a Firenze dove dal 1900 lavorò come bibliotecario presso la Riccardiana.

Nell'ultima parte della sua carriera artistica il F. si dedicò con assiduità alla letteratura per l'infanzia. Per l'editore fiorentino Bemporad pubblicò i cinque volumi de Il mondo nuovo, testo di lettura per le scuole elementari, cui fece seguito la revisione e l'adattamento del racconto Il bambino di gommelastica, dello scrittore russo D.V. Grigorovich. Questa raccolta di racconti, dedicata dal F. ai nipotini, è composta da sedici testi, di cui nove in prosa e sette in versi. Postumo, nel 1922, uscì Il ciuco di Melesecche, curato e con prefazione di Guido Bagi. Il F. morì a Empoli il 25 febbraio 1921.

[Gianfranco Tortorelli]

Fonti e bibliografia: Biblioteca Riccardiana, Firenze, fondo Fucini; le opere sono raccolte nel volume Tutti gli scritti di Renato Fucini, Milano, Trevisini, 1944, esclusi tuttavia i libri per l'infanzia e quelli di lettura per le scuole elementari.

L.G. Sbrocchi, Renato Fucini. L'uomo e l'opera, Messina-Firenze, D'Anna, 1977; C. Ceccuti, Le Monnier dal Risorgimento alla Repubblica (1837-1987), Firenze, Le Monnier, pp. XL, 104-106 e 198; I. Porciani (ed.), Editori a Firenze nel secondo Ottocento, Firenze, Olschki, 1983, pp. 45, 55, 61, 66-67, 71-78 e 239-240; N. Labanca (ed.), Catalogo della Biblioteca dell'Università popolare di Firenze, Firenze, Olschki, 1998, pp. 296-297.